In mille hanno sfidato il caldo per dire una cosa molto semplice: basta discriminazioni, sì ai diritti, sì al ddl Zan. Si sono ritrovati ad Ancona per il Marche Pride, uno dei sei organizzati in Italia. Musica, bandiere arcobaleno e striscioni. Molti i giovani esponenti e simpatizzanti della comunità gay, organizzati dal Comitato Marche Pride a cui hanno aderito realtà anche fermane.
'Ama chi sei, ama chi vuoi’ lo slogan della manifestazione, ma non sono mancati cartelli con scritto 'Più valore all'istruzione per combattere ogni discriminazione’ e 'Una legge contro l'odio non toglie libertà a nessuno’.
“la Chiesa ha diritto di esprimere il suo parere, ma noi siamo liberi di non ascoltarlo” il commento del presidente dell’Arcigay di Urbino, che così chiude le polemiche attuali. Per gli organizzatori la pandemia “ha accentuato in modo esponenziale le discriminazioni e il disagio sociale”.
Cori contro la destra, critiche al Vaticano, ma soprattutto messaggi in favore di lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Un po’ tutto quello che si trova dentro il ddl Zan: la legge contro l'omofobia che intende prevenire e contrastare la discriminazione e la violenza basate sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità. Il testo prevede l'estensione dei cosiddetti reati d'odio per discriminazione razziale, etnica o religiosa a chi compia discriminazioni verso omosessuali, donne e disabili'.
Non è voluto mancare Eivon Brosig, figlio della prima coppia gay sposata in Italia che ha lanciato l’hashtag @riconoscimi. “Aspettiamo di sapere cosa pensa davvero il papa, l’uomo che ha detto ‘chi sono io per giudicare un omosessuale’”.
Tutti ci credono: “Chi amo non è un tuo problema o una tua scelta” si legge su un altro cartello. Si chiude così la manifestazione con una promessa: se la legge non sarà approvata, torneremo in piazza e saremo tanti di più. di certo ci sarà sempre l’Anpi: “Ogni battaglia per i diritti è una battaglia dei partigiani”.