di Raffaele Vitali
FERMO – Lunga attesa, ma alla fine il ministro Provenzano a Fermo non arriva, e neppure ad Amandola, bloccato da un incidente a Terni. Il sottosegretario al Mise, Alessia Morani, diventa la protagonista dell’incontro organizzato sulla terrazza del Belli. Si parla del provvedimento di defiscalizzazione che favorisce il sud, con quella riduzione del 30% della parte contributiva.
“Così si crea solo una concorrenza interna, con imprese che investirebbero al di là del Tronto, con tutta la difficoltà di mantenere poi le imprese nel Fermano e nel Piceno” introduce il segretario provinciale del Pd, Fabiano Alessandrini.
In sala il presidente della Camera di Commercio, Gino Sabatini, Cgil, Cna, Confindustria e qualche imprenditore. Speravano di ascoltare la notizia, estensione del provvedimento, e invece se ne vanno con una speranza, l’approvazione di un emendamento.
La Morani, insieme con il senatore Verducci, è stata tra le prime a prendere posizione, attivandosi dentro il Governo per modificare il provvedimento. Del resto, a livello territoriale, c’è stata una vera sollevazione, guidata poi politicamente in modo costruttivo dal tavolo per lo Sviluppo presieduto da Moira Canigola: “Una voce sola che ci ha permesso di ragionare in maniera seria e produttiva con la regione Marche e poi con il Governo. Siamo così arrivati all’area di crisi complessa, che si muove su due piani: quello regionale per progetti sotto il milione di euro e quello del ministero dello Sviluppo economico per somme superiori. Entrambi – conclude la Canigola – hanno stanziato 15 milioni di euro”.
Un percorso lungo, iniziato nel 2017, i primi bandi sono usciti a metà agosto e altri arriveranno mese dopo mese. “Ma non possiamo affrontare il futuro con un provvedimento come quello che favorisce il sud, che per le Marche significano pochi chilometri oltre il confine. Lo sappiamo tutti che l’elemento decisivo per il rilancio economico è proprio il costo del lavoro, in particolare per una terra manifatturiera che altrimenti sarà obbligata a delocalizzare nell’es Europa o nel sud del Paese” tuona la solitamente quieta presindete della Provincia.
Regione significa per il fermano il tandem Cesetti-Giacinti: “Mare monti, terza corsia fino a Pedaso, Mezzina (accordo di programma dicembre 2009) sono tre infrastrutture che vanno viste insieme al piano di difesa della costa, altrimenti nessuno investe nel turismo, vanno avviate in parallelo all’Area di crisi complessa. Abbiamo preteso un addendum ed è possibile. Non possiamo perdere l’occasione. A prescindere da chi ci sarà dopo, il progetto va concretizzato. Così come è evidente – aggiunge Cesetti - che se non viene stesa la decontribuzione, l’area di crisi fermana, e così la Picena e quella della Merloni, è morta. A quel punto meglio bloccare tutto il percorso avviato”.
Il senatore Verducci è quello che avrà nei prossimi giorni il pallino in mano, anche se lui è il primo a rimarcare il ruolo di Alessia Morani, che da qualche giorno ha avuto ulteriori deleghe, inclusa quella alle aree di crisi: “C’è l’impegno del Governo a estendere l’importantissimo intervento per il taglio del costo del lavoro, che è un punto fermo del centrosinistra”.
Ma, perché c’è un ma, prima vanno approvati gli emendamenti: “Oggi insieme lavoriamo per far sì che il provvedimento per il sud riguardi i 150comui marchigiani che sono all’interno delle aree di crisi. Stiamo scrivendo gli emendamenti, perché la conversione del decreto agosto è al Senato, sapendo che il ministro Gualtieri è impegnato a raggiungere il risultato. Il centrosinistra ha fatto di questi temi una priorità”.
La Morani, che è pesarese, conosce bene i nodi della Regione e la situazione dell’area di crisi complessa. “Il tutto va visto insieme con la situazione sisma. Insieme possono diventare una opportunità. Nel decreto agosto ci sono anche 110 milioni per la zona franca urbana da estendere. Potrebbero essere usate anche per la decontribuzione, prevista oggi per il sud. Ma il tutto va abbinato a un rilancio infrastrutturale, anche immateriale, di questa area utilizzando le risorse europee. Per usare al meglio questi soldi, non si può cambiare amministrazione. Chi arriverebbe, altrimenti, impiegherà almeno due anni per capire. E soprattutto non possiamo permetterci di avere alla guida qualcuno non amico dell’Europa”.
Ma quindi, che accadrà in tema di decontribuzione, visto che per il sud parte a metà ottobre, e la famigerata Zes attesa dagli imprenditori resterà un sogno? “Gli emendamenti si possono presentare entro il 14 settembre, poi si va in aula. Per la Zes, invece, non va dimenticato che le marche sono una Zona logistica semplificata, se la rendiamo ‘rafforzata’ diventerà come una Zes, oggi invece riferita ad aree del sud Italia. chiaro che sono misure che possono dare ulteriore opportunità di sviluppo al territorio” conclude la sottosegretaria lasciando Fermo.
@raffaelevitali