di Raffaele Vitali
FERMO – Fermo Digital Museum è la nuova sfida che la città si data per unire i luoghi fisici e virtuali. “Vogliamo incuriosire gli utenti, invitandoli poi a venire di persona a scoprire la bellezza di Fermo” chiarisce Francesca Giagni. “I musei avranno sempre qualcosa da raccontarci, anche solo con un sussurro, non smetteranno mai di vivere” ribadisce l’assessora Micol Lanzidei. “Senza la digitalizzazione perderemmo una fetta di platea e un target promozionale fondamentale” aggiunge il sindaco Paolo Calcinaro
Al fianco del Comune c’è anche Giorgia Latini, assessora regionale alla Cultura: “Dopo il virtual tour di Macerata e della Pinacoteca di Ascoli Piceno, un nuovo capitolo di una idea nata sotto il lockdown e che non sarà mai sostitutiva delle visite ma aumenterà il potenziale del patrimonio culturale. Da casa si potranno visitare i principiali luoghi, ma sarà un modo per incuriosirsi e poi visitarli davvero”.
Micol Lanzidei spera così di dare un segno tangibile al settore cultura: “Tutti abbiamo capito che il museo deve restare aperto, anche a porte chiuse. Il museo non è solo una meta turistica, è progettazione, è un dispositivo che produce pensiero. Per cui ogni strumento di apertura è il benvenuto”.
Cultura è turismo ed è per questo che funziona l’asse Lanzidei-Annalisa Cerretani, l’assessora che ha investito risorse e impegno anche sul nuovo portale. Entro il 2022 il virtual tour sarà anche in inglese, intanto è visibile su visitfermo.it prima di passare sul nuovo portale dedicato ai musei.
Dietro il lavoro c’è Paolo Doppieri, direttore artistico del progetto: “Presentiamo i tasselli di un mosaico che sarà sempre più avvincente”. Doppieri professionalmente si occupa di filmati pubblicitari e raccontare storie, “in questo caso con mille anni alle spalle”.
Il professionista ha vinto il bando proponendo di non fermarsi al tour virtuale, aggiungendo schegge di cinema: “Abbiamo usato ogni tecnologia possibili, riscaldandolo con la parte cinematografica che coniuga le riprese aeree alle immagini ravvicinate di un rosone. Sono convinto di avere creato un format che ci distingue”.
Il tutto usando professori ed esperti, interni come la direttrice della biblioteca Maria Chiara Leonori che racconta la sala del mappamondo o il Rubens svelato dall’operatrice Vissia Lucarelli, ed esterni come lo storico dell’arte Stefano Papetti che racconta la chiesa di San Filippo, l’attore Stefano De Bernardin che con la sua calda voce fa vivere ogni asse del palcoscenico del teatro dell’Aquila o Nunzia Giustozzi che viaggia dentro le cisterne romane prima che le immagini si spostino dentro il piccolo gioiellino del museo di Torre di Palme con Sara Bernetti.
“Un progetto molto rosa, mi sento una delle quote azzurre” sorride Papetti. “Chi si occupa dei musei ha capito che il patrimonio va fruito in modo diverso e che lo strumento digitale non è un ostacolo alla presenza delle persone, Fermo si conferma una città non ferma, che sa usare la tecnologia in modo consapevole senza subirla”. Giustozzi è riuscito a spiegare in 40 secondi un’opera di ingegneria idraulica: “Mi piace nel progetto che parlino dei monumenti chi se ne occupa. La capacità di comunicare i musei non è da tutti, se ci si riesce in un minuto, pensate ascoltarle durante una visita completa”.
Per Giustozzi una sfida vinta: “Finalmente abbiamo in rete immagini di qualità per far vedere anche ai giovani la bellezza interna. Questo lavoro dimostra che non basta guardare e navigare, bisogna essere accompagnati. Di fronte a un degrado culturale dei giovani, con un razzismo campanilista che non fa conoscere quello che li circonda e favorisce l’ignoranza, bisogna lavorare in ogni campo. Implementiamo la narrazione, andando oltre l’attuale stimolo della meraviglia, creando delle piccole scoperte e farla interpretare dai giovani usando i loro linguaggi per avvicinarli alla cultura e all’arte”.
Come funziona il progetto? Una serie di ambienti visitabili, che potranno essere implementati. “I filmati devono accompagnare lo spettatore da un ambiente all’altro. All’interno degli ambienti ci sono informative testuali, video e immagini che permettono di girare la stanza ottenendo contenuti e fotografie ad alta definizione”. Il tutto con un colpo di click del mouse che permette a ogni persona di sentirsi immerso dentro l’angolo del museo che preferisce e ammirando Fermo resa ancora più bella dal paesaggista Andrea Pellegrini.