FERMO - Un libro per raccontare quello che è successo, il dietro le quinte della pandemia. “Il Covid è un nemico perfido e subdolo che ci lascia tanti dubbi. Dal mercato del pesce o da un laboratorio? Non lo sapremo forse mai” sottolinea il sindaco. Ma Fabio Castori, uno degli autori del libro, chiarisce subito: “In realtà lo sapremo, noi lo abbiamo scoperto e scritto, il libro lo racconta superando le verità fittizie”.
Non è facile raccontare ‘la verità’ in tempo di pandemia, ma almeno una certezza il sindaco la tiene accesa: “Il vaccino è la nostra arma” ribadisce guardando gli autori e il pubblico. Il professor Paolo Sossai, direttore del dipartimento di Scienze Sanitarie del centro europeo delle maxi emergenze, candidamente ammette: “Il mondo scientifico ha delle colpe. Innanzitutto bisogna imparare a parlare meno. Abbiamo puntato tutto sui vaccini e non sulle terapie”. Ma qui Calcinaro aggiunge subito: “Non mettiamoli in contrapposizione, sono due piani diversi, due livelli che si sommano aiutano”.
Inizia così l’incontro a Palazzo Bernetti sulla presentazione del libro ‘Virus Intelligenti’, 160 pagine edite dall’Armando Curcio scritte da Sassoi, Castori e Claudio Puoti, infettivologo da poco scomparso. “Un libro che ha richiesto un anno di studio. Parliamo di un virus intelligente, che non vuole uccidere ma sopravvivere. Non per niente siamo partiti con varianti volenti e oggi ne abbiamo di contagiose, ma molto meno letali” aggiunge Sossai che vorrebbe una comunicazione più diretta degli esperti.
“C’è anche una infodemia che – riprende Castori - ha colpito il mondo dell’informazione. È pieno di fake news che non sono facili da accompagnare da un percorso di verifica efficace. Non lo abbiamo capito noi giornalisti per primi, figuriamoci delle persone. E ancora oggi, dopo quasi due anni c’è una infodemia”.
Il compito di un virus è trovare le vie migliori per riprodursi. Un organismo che viene ucciso dal virus è un virus che ha fallito la sua missione. “Abbiamo studiato la storia e il rapporto tra l’uomo e i virus. Ho scoperto che fin dai tempi della Serenissima la prima arma contro il virus erano le quarantene. Poi nel 2003 Carlo Urbani, che riuscì a convincere i governi del sud est asiatico a chiudere e a evitare che la Sars, che aveva una letalità del 10%, si prendesse il mondo. Ma lo abbiamo dimenticato, così come il ‘protocollo Urbani’ che avrebbe impedito un propagarsi così rapido del Covid” prosegue Sossai.
Scrivere questo libro per Sossai ha significato divulgare informazioni semplici e corrette. “Di fronte alle 135mila famiglie colpite dalla morte, avremmo dovuto ammettere gli errori”. Tutto questo va fatto comprendere attraverso “una informazione giusta, non libera, che deve partire da dati più precisi”.
Nel cammino di Castori, Sossai e c’è Mauro Pieroni, che ha finanziato il libro acquistandone 1500 copie da divulgare, lavorando nel campo della sanità. “Raccontiamo anche il mondo dei laboratori di ricerca dove si gioca con i batteri, sia in termini di ricerca sia per scopi bellici. Ci sono pentole di sotto pressione in tanti stati del mondo, dove abbiamo la possibilità di creare problemi a livello globale. Perché qualcosa sfugge. E non lo fa solo la Cina”.
Ma alla fine, come è nato il virus? Castori non lo anticipa neppure al colonnello Gismondi, il libro va letto “e non resterete delusi” promette. E la conferma arriva da Anna Gentilini, direttore editoriale della Armando Curcio: “L’uomo tende a dimenticare, quello che la storia insegna viene sottovalutato. Ma la storia si ripete, se solo fossimo più umili nell’andare a vedere quello che hanno fatto i predecessori, eviteremmo molte sofferenze. Siamo in un’era in cui la superficialità domina il mondo social. In questo libro il messaggio c’è ed è forte. Abbiamo nel tempo imparato a conviverci e a difenderci, ma siamo in ginocchio. In questo libro c’è un viaggio avvincente con una chiave di lettura”.
Raffaele Vitali