MONTEGIORGIO – Vino cotto school made. In campagna è periodo di vendemia e produzione, un istituto agrario che guarda al futuro non può essere da meno. E così, la classe 5 dell’indirizzo Agraria del Montani si è messa al lavoro per produrre sessanta litri di vino cotto da abbinare a dolci e castagne.
Fondamentale il laboratorio di cui la scuola è dotata, oltre ovviamente alle competenze acquisite negli anni di lezione che hanno permesso alla classe, sotto l’occhio vigile dei docenti, durante le ore matutine di avviare il processo di produzione. Che ha passi ben definiti.
“Abbiamo usato un grande recipiente di rame per portare a bollitura il mosto, verificando il grado zuccherino. Quando – spiegano gli studenti del Montani – abbiamo raggiunto il giusto equilibrio, abbiamo schiumato e raffreddato il mosto per poi riporto in due contenitori di vetro”.
Una produzione antica, considerando che del vin cotto già parlava Plauto nel 191 avanti cristo. Da allora è diventata una bevanda tipica dei banchetti piceni. “E ora? Aspetteremo, perché il vino cotto più invecchia e più è buono. Per cui, capiremo solo tra tempo se avremo fatto davvero un buon lavoro”.
Li ha osservati da lontano la dirigente Stefania Scatasta: “I ragazzi sanno rendere concrete le loro conoscenze. La sapienza dei nostri docenti è la guida ideale per un percorso alla scoperta delle tradizioni, saranno poi gli stessi studenti di oggi a portare innovazione e a migliorare sempre quello che ci viene tramandato dai nostri nonni”.
