MONTEGRANARO – Ore 7,30, la fila già si allunga. “Non c’è tempo da perdere, lo voglio subito” commenta un signore, capello grigio, bastone in mano, e passo sicuro. In realtà le porte dell’ex ospedale di Montegranaro, scelto come punto vaccini per tre quarti della provincia, si aprivano alle 8, ma la voglia era tanta. Venti over 80 all’ora, una macchina perfetta. Si arriva, si prende il numerino, tutti vorrebbero quello prima dell’altro, e si aspetta il proprio turno.
Figli, nipoti e qualche badante, quasi tutti gli anziani, e le anziane, arrivano accompagnati. Il sistema è semplice. ad accogliere, all’ingresso, ci sono i volontari della croce Gialla e della Protezione civile. Un primo step è la misurazione della febbre e il controllo del codice di prenotazione. Poi, una volta dentro la struttura arriva l’infermiera che verifica i moduli e completa l’accettazione.
È qui che qualche problema sorge, ma non per l’organizzazione bensì perché ci sono medici di base che non rispondono al telefono, è sabato mattina, e quando si verifica l’anamnesi, per qualcuno ci sono dei dubbi in merito ai farmaci. “Purtroppo – precisa il direttore dell’Area Vasta Livini – con i medici di medicina generale non c’è accordo. Al momento non abbiamo la collaborazione sperata. Ma questo a livello regionale. Speriamo che questo cambi, anche perché sono fondamentali per la fase di vaccinazione di scuola e forze dell’ordine”.
Nella prima giornata sono previste 210 vaccinazioni a Montegranaro e 118 ad Amandola, dove è stato scelto l'ex ospedale e un format in stile drive in. Se qualcuno salta scattano i richiami di chi è in attesa, perché le dosi del vaccino Pfizer, sei per fiala, non si possono sprecare. E una volta diluito il vaccino dura sei ore.
La responsabile di Montegranaro, Laura Mariani, controlla tutto. Oltre agli infermieri, sono 35 i medici coinvolti, inclusi un paio di primari e medici in pensione che si sono messi a disposizione.
Gli anziani sono felici, determinati: “Penso solo a una cosa: poter riabbracciare i miei nipoti” sottolinea una signora. Il tempo di prendere la seconda dose, gli appuntamenti sono già stati dati: “ci rivediamo il 18 marzo” spiega una delle infermiere a padre e figlio.
Arriva anche l’onorevole Lucentini. Veregrense doc. Si ferma a parlare con Livini, si confronta con il personale. Per lui una sola richiesta: “Fateci arrivare più vaccini”. Il sistema dell’Asur 4 è pronto, tanto che il piano avrebbe previsto l’uso del Fermo forum dove fare 1500 vaccinazioni al giorno. Dovendo garantirne 200, si è preferita una sede di proprietà ed evitare così di pagare 3mila euro al giorno di affitto.
Avanti tutta quindi per mettere in sicurezza nonni e genitori: “Per ora ragioniamo su Montegranaro e Amandola, quelle di fermo e Petritoli sono richieste, ma dalla regione non c’è arrivata nessuna conferma” conclude Livini.