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Apre il Terminal Dondero. Ferracuti: "Qui giovani e viaggiatori, Mario sarebbe felice"

1 Dicembre 2019

di Raffaele Vitali

FERMO – Si siede su una delle sedie, si guarda attorno. A destra, a sinistra, sorride: Francesco Trasatti è il vero artefice della rinascita del Terminal dedicato a Mario Dondero. Che poi il ‘ri’ si potrebbe anche non usare visto che dal 1999, tolta una mini parentesi dovuta a due pionieri come Cinzia Violoni e Daniele Cudini, il Terminal è sempre stato chiuso. Luogo di catrame e muffa. “Dopo 20 anni vede la luce”. Ottimo il lavoro fatto dall'Ecoline per renderlo come nuovo.

Lo scheletro architettonicamente affascinante, disegnato dall’architetto Massimo Carmassi, nel 2015 si prese il primo posto nel programma della super coalizione del sindaco Paolo Calcinaro, in coabitazione con la variante del ferro. La strada è stata risolta subito, qui c’è voluto tempo: “Non è stato facile. Qui dentro coesistono cinque realtà: la Steat, Sistema Museo, Iat, bar di un privato e il Comune. Insieme troveremo l’assetto migliore” spiega Trasatti.

Fondi europei via Regione Marche, “ringrazio davvero la Regione e sono felice che oggi ci siano l’assessore Cesetti e il consigliere Giacinti”, ma poi la bravura degli uffici comunali nella fase progettuale ha fatto la differenza “perché – aggiunge Trasatti - i soldi servono, poi ci vuole l’abilità di spenderli”. Una sala polivalente, per esposizioni ed eventi. “Sono 100 i posti a sedere per il luogo spazio completamente svuotabile in pochi minuti. L’idea è quella di uno spazio europeo, con il turista che arriva e prende un caffè con il wi-fi free, con chi usa l’autobus che scende ed entra in città. Questo con l’aggiunta delle mostre farà del Terminal un luogo artistico ed efficiente”.

E poi quel nome importante: Mario Dondero, uno dei più grandi fotoreporter italiani, che Parigi avrebbe voluto adottare. “Un luogo bellissimo. A Mario sarebbe piaciuto. lui era un viaggiatore indomabile, questo è un luogo di transito. E soprattutto è un luogo pieno di giovani, quel mondo che Mario amava raggiungere. Uno spazio che entra nelal vita delle persone. E nessuno come Mario – commenta lo scrittore e grande amico di Dondero, Angelo Ferracuti – amava la vita”.

Di fatto il Terminal parte il 21 dicembre proprio con la mostra dedicata a Dondero, con una ventina di scatti inediti. “Questo è uno spazio che deve raccogliere la tradizione fotografica di tutta la città. “Abbiamo presentato un progetto sul bando della fotografia della Regione Marche. Dopo Dondero vogliamo Crocenzi e poi Guidi, un trittico spalmato fino al 2021”.

Lo Iat è già operativo, in settimana ci sarà l’aggiudicazione del bar e sempre in settimana la riunione con Steat e Musei per definire la biglietteria unica. “Tutto a led, riscaldamento a terra e sistema condizionato. Sempre aperto, tranne che da mezzanotte alle 6.30, quando l’accesso agli ascensori è interdetto” aggiunge Trasatti.

Un’opera costata 300mila euro, di cui 250mila di fondi Fesr e 50mila dall’Iti Urbano per gli arredi. “Un luogo da sempre inutilizzato. Un’amministrazione deve prendersi carico delle sfide, delle incompiute. A Fermo ce ne sono molte, purtroppo. Questa l’abbiamo vinta. È uno spazio come ce lo siamo immaginato, con servizi polifunzionali e modulabili, un luogo molto più moderno degli altri. È un grande dono alla città, che non l’aveva mai vissuto” ribadisce il sindaco Paolo Calcinaro. All’assessore Ingrid Luciani il compito di ringraziare l’architetto Cisbani “che ha saputo rigenerare questa struttura. Un intervento che ha saputo cogliere le molteplici esigenze, dando il suo tocco senza stravolgere la bellezza”.

Si riempie pian piano il termina, i cento posti sembrano già pochi: “vedrete che uso ne faremo, già stiamo ragionando su serate musicali particolari e poi a proiezioni, come questa sera con il documentario ‘Calma e gesso’”. L’opera del regista Marco Cruciani è l’ultimo regalo di una giornata speciale: “È un posto perfetto per Mario, è gigantesco come era Dondero” conclude il film maker che ha avuto l’onore di raccontare la vita dell’uomo che fotografa gli ultimi con la stessa dignità dei potenti.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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