MARCHE - Live streaming, spettacoli per piattaforme digitali, Whatsapp,
telefono e dispositivi interattivi. Sono chiamati a liberare tutta la
loro creatività gli artisti marchigiani. E a creare un “teatro
virtuale” dove incontrare, da lontano, gli spettatori. Si chiama
“Marche Palcoscenico Aperto” il progetto ideato a quattro mani da
Regione e Amat per dare una «prima concreta risposta all’attuale
interruzione delle attività di spettacolo dal vivo dovuta
all’emergenza sanitaria». Che non sarà come calcare le scene con il
pubblico a pochi passi, i lavoratori dello spettacolo lo sanno bene,
ma, con i teatri chiusi e mesi di incertezza davanti, grosse
alternative non ce ne sono. E loro, circa seimila (a tanti dà lavoro
lo spettacolo dal vivo nelle Marche, con un fatturato complessivo di
circa 41,5 milioni e una ricaduta annuale di circa 300 milioni), di
starsene con le mani in mano proprio ne vogliono sentir parlare.
La novità è stata presentata stamattina. «In un momento così difficile
– ha spiegato il presidente della Regione, Francesco Acquaroli – non
dobbiamo mollare, ma resistere e rilanciare con sfide come questa, un
segnale di attenzione al mondo della cultura che è elemento di
crescita, consolidamento e apertura della società».
I progetti selezionati andranno a comporre un cartellone che sarà
messo a disposizione degli spettatori. La candidatura è aperta a
compagnie o singoli artisti professionali, residenti o domiciliati
stabilmente nelle Marche, non assegnatari, nel 2020, di contributi
ordinari Fus (Fondo unico per lo spettacolo). Ogni soggetto può
presentare un solo progetto. Il contributo massimo è di 5mila euro a
progetto selezionato. «L'iniziativa – ha spiegato l’assessore alla
Cultura, Giorgia Latini, – nasce per dare risposte immediate alla
chiusura dei luoghi della cultura, luoghi sicuri dove non ci sono
stati contagi e dove i protocolli di sicurezza vengono rispettati in
modo ineccepibile».
Marche Palcoscenico Aperto diventerà «un progetto pilota a livello
nazionale, già condiviso con altre Regioni». «Non è un sostegno
assistenzialistico – ha rimarcato Latini –, ma una proposta per
permettere ai lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo di
continuare a lavorare e mantenere viva quella loro scintilla di
creatività e passione che, creando cultura, dona benessere ai
cittadini».
Francesca Pasquali