COMUNANZA – Un tavolo senza speranza. Il terzo incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy in merito alla vertenza Beko Europe non ha portato al risultato sperato, come nel caso di Giano.
La newco costituita al 75% da Arcelik e al 25% da Whirlpool ha confermato integralmente il Piano industriale presentato il 20 novembre integralmente. Questo vuol dire per le Marche: Quasi 400 esuberi tra operai (66 a Melano), impiegati e dirigenti (circa 300 tra ridimensionamento degli uffici regionali e chiusura dell'unità di Ricerca e Sviluppo) a Fabriano (Ancona); circa 320 a Comunanza (Ascoli Piceno) per la chiusura dello stabilimento entro il 2025. Il tutto senza considerare l'impatto sui rispettivi indotti.
“Il piano industriale riproposto oggi da Beko è inaccettabile e va ritirato dall'azienda. Lo abbiamo ribadito in modo chiaro e fermo nel corso del tavolo che si è svolto oggi pomeriggio al Mimit. Comunanza non può chiudere così come va tutelata l'occupazione nella sede di Fabriano” ha commentato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli uscendo dall’incontro.
Con lui hanno partecipato gli assessori al Lavoro Stefano Aguzzi e alle Attività produttive Andrea Maria Antonini. “Politica, imprese e sindacati sono uniti insieme con il Governo per fare muro su questa vertenza. La priorità è la salvaguardia dell'occupazione, delle competenze e della storia industriale di questo settore strategico per le Marche” riprende Acquaroli.
Il presidente ha ribadito alla Beko che “le sue sfide non possono essere scaricate sulle spalle dei lavoratori. Ringrazio il Ministro Urso che a nome del Governo ha ribadito l'irricevibilità del piano industriale attuale di Beko, chiedendo all'azienda di presentarne uno nuovo che tuteli i lavoratori e rispetti le prescrizioni della golden power«. Il tavolo è stato riaggiornato a metà gennaio per valutare le decisioni di Beko”.
Il tempo corre, la preoccupazione cresce. “Questo è un Piano di dismissione che noi respingiamo con forza e che per le Marche produce oltre 700 esuberi tra Fabriano e Comunanza” le parole di Pierpaolo Pullini, componente della segreteria provinciale della Fiom. “Non hanno fatto i conti con i lavoratori che sanno fare bene il proprio lavoro e hanno visto come funziona lo sviluppo dei prodotti. Siamo pronti a proseguire la mobilitazione” ribadisce.
Del resto, Beko Europe non arretra sul suo piano di 'graduali’ dismissioni in Italia, che anzi ripropone integralmente. Un piano che ritiene conforme “al quadro legale e normativo, dunque in linea con la golden power”. Questo ha ribadito l'azienda turca specializzata nella produzione di elettrodomestici durante l'incontro andato in scena al ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove ha anche ribadito che i licenziamenti non avverranno comunque prima della fine del 2025, anno in cui continuerà “a mantenere le produzioni attive in Italia, dove vuole conservare una presenza manifatturiera ed operativa stabile e di lungo periodo”.
A questo Urso ha risposto che “prima di chiudere la vicenda applicando i poteri sanzionatori, o addirittura inibitori, previsti dall'esercizio della golden power, che abbiamo subito posto in essere, penso sia bene dare un secondo tempo supplementare all'azienda. Solo al termine del confronto valuteremo, anche sulla base delle valutazioni di Regioni e sindacati, se sarà necessario attivare questi poteri”.