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Il tango diventa terapia: lo studio della dottoressa Giuli, Inrca di Fermo, rivoluziona la gestione dei disturbi cognitivi

21 Giugno 2024

FERMO – Per molti è il ballo passionale per eccellenza, il simbolo dell’Argentina. Ma per la dottoressa Cinzia Giuli, psicologa e ricercatrice dell’Inrca di Fermo, è parte della terapia che è stata studiata pe due anni.

I risultati di questo intenso lavoro saranno presentati mercoledì al teatro dell’aquila durante il convegno ‘Penso alla salute’ dove si confronteranno i protagonisti scientifici della ricerca accompagnati dai maestri di tango che per sei mesi hanno seguito una quindicina di coppie.

Lo studio ha invece coinvolto 311 persone, fascia 60-95 anni con declino cognitivo lieve. “L’obiettivo è stato proprio quello di analizzare l’impatto  del tango come terapia, come accompagno verso benefici per la persona. Dal 2018 la danza viene studiata e usata all’interno delle ricerche dell’Inrca. Il nostro è uno dei progetti più grandi a livello internazionali” precisa la Giuli.

I pazienti sono passati per quattro fasi longitudinali e un gruppo per sei mesi, con una seduta a settimana, hanno vissuto il tango con la scuola sangiorgese Alas de Tango. “Abbiamo individuato dei benefici nella qualità della vita, ora studieremo il mantenimento, nella memoria di tipo spaziale, visto che stimola l’orientamento e la memoria connessa alla ritmicità del passo legato al movimento. Anziani motivati, che arrivavano da due anni di quasi completo isolamento dovuto alla pandemia. È stato anche un ritrovare la socialità”.

Per il maestro Anibal Castro una sfida vinta: “Emozionante vedere le reazioni, il ritrovare la loro consapevolezza del corpo oltre che dell’incontro, il vestirsi e truccarsi al meglio per ballare”.

Partner cruciale, oltre al tanghero, è il dottor Santillo, cardiologo dell’Inrca, che entra nella parte clinica. “Lo studio della dottoressa Giuli era ampio, abbiamo valutato i vari fattori di rischio sulle malattie cardiovascolari, che ricadono anche sule funzioni cognitive. Non solo ictus e demenze, anche lo stesso Alzheimer viene favorito in determinate condizioni. Abbiamo lavorato su una popolazione anziana che ha fatto emergere anche la necessità della autoconsapevolezza della propria situazione. Lo studio ci ha permesso di monitorare il cuore a tutto tondo”.

Anche Santillo è rimasto colpito dalla funzionalità del tango: “Porta benefici a livello riabilitativo e anche predittivo”. Nel corso del tempo, ogni paziente è stato seguito con un percorso personalizzato. “Lo studio - riprende la responsabile della ricerca - è nato per seguire l’invecchiamento, abbiamo deciso di abbassare l’età, aprendo agli over 60, perché volevamo concentrarci anche sulla prevenzione”.

Due anni di screening, di incontri, di laboratori, di lezioni di ballo grazie ai fondi ottenuti dal tema della Giuli con il bando vinto nel 2018, partito dopo oltre un anno, sospeso per il Covid e ora portato a termine. “La pandemia ci ha permesso un doppio monitoraggio, abbiamo anche compreso l’impatto del Covid sui 311 pazienti seguiti”.

Il tango piace e continuerà a piacere. “è stato utile per rieducare camminata, postura, equilibrio. In tanti hanno preso consapevolezza di problemi magari trascurati” aggiunge il maestro, rafforzando le parole della dottoressa che è già pronta per nuovi progetti, avendo vinto un altro bando, consapevole che altri ne saprà intercettare.

Fotografia dello studio? “Un 5% di pazienti è evoluto nella demenza, ma in generale  la qualità della vita dal punto di vista di salute psicologica e mentale è migliorata. Si è ridotto lo stato ansioso e depressivo, nel gruppo sperimentale. Nella funzionalità spesso l’utente tende a ridurre le attività quotidiane, ‘non voglio dimenticare il gas aperto, non cucino’, oppure si isola. Durante i corsi di psicoeducazione spieghiamo e agiamo individualmente sulle metacondizioni, quell’idea che si ha della propria condizione soggettiva che se non intercettata può agevolare la demenza e l’Alzheimer. Noi insegniamo le strategie per migliorare il proprio approccio cognitivo, la concentrazione e l’attenzione, dalla scrittura al calendario, dall’agenda al ripetere le cose”.

Mercoledì gli specialisti entreranno nel dettaglio, poi ci saranno le pubblicazioni, i convegni e la condivisioni della ricerca, che è già cominciata visto  che la Giuli insieme con il maestro di tango è stata chiamata a Brescia per un incontro didattico. L’Inrca fa davvero scuola.

Raffaele Vitali

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