PORTO SAN GIORGIO - La ricerca di nuove risorse per il completamento del lungomare Gramsci e la realizzazione della rotatoria fermana sono stati al centro dell’incontro che il sindaco Valerio Vesprini ha tenuto ieri a Roma al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I confronti avuti con le parti politiche e tecniche si sono basati principalmente sul più ampio progetto della ciclovia adriatica. I finanziamenti erogati tramite fondi del Pnrr, di fatto, non sono sufficienti per il completamento di vari tratti interessati su tutta la costa. Tra questi figura anche il lungomare Gramsci.
“La realizzazione della ciclovia necessita di ulteriori fondi per dare continuità alle opere già appaltate e in fase di realizzazione – ha spiegato Vesprini – . Durante gli incontri avuti in giornata abbiamo discusso del nostro progetto portandone copia. Il confronto è aperto: abbiamo trovato la disponibilità a voler ricercare altre fonti di finanziamento che ci possano permette di proiettarci verso gli altri due step dei lavori: il tratto centrale e quello a nord. Saranno necessari altri incontri per produrre integrazioni, nuove relazioni tecniche e capire quali opportunità poter cogliere dai prossimi stanziamenti pubblici. A Roma si è parlato anche dell’iter ripreso dal Comune per la realizzazione della rotatoria fermana. La recente convenzione è all’attenzione dell’Anas nazionale, passaggio-chiave prima della procedura che, come abbiamo detto, intendiamo chiudere nell’anno in corso con l’inizio dei lavori”.
La giornata è proseguita nel pomeriggio alla Farnesina. Nella sala delle Conferenze internazionali il sindaco ha partecipato all’incontro dal titolo “Turismo delle radici”, presentazione del progetto nazionale che riguarda anche il Comune di Porto San Giorgio.
“Alla presenza del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazione Antonio Tajani si è tenuto un confronto sulle linee-guida e sulle iniziative da intraprendere nei prossimi mesi. Fra le varie opportunità c’è quella di avere un beneficio in termini di presenze turistiche, commerciali e scambi culturali”, conclude Vesprini.
Il “Turismo delle radici” è un’offerta turistica strutturata attraverso appropriate strategie di comunicazione, che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore (alloggi, enogastronomia e visite guidate) la conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti: secondo le statistiche nazionali sarebbe stimato un bacino d’utenza di circa 80 milioni di persone.