FERMO - “Una follia farci rientrare? Assolutamente no, è stata una follia sospenderci perché è dimostrato che anche i vaccinati contro il Covid possono contagiare. Ora aspettiamo che qualcuno faccia luce se la sospensione era un provvedimento necessario”. È con questo spirito, le parole sono di un infermiere del Torrette, che tornano al lavoro i medici ‘no vax’ che il governo Meloni ha deciso di reintegrare in anticipo.
In totale nelle Marche sono 31 i sanitari 'no vax' sospesi, tra cui due dirigenti medici, dell'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche che sono riammessi da oggi, sotto il profilo giuridico ed economico. “Anche se - spiega all'Ansa il direttore amministrativo dell'Azienda, Antonello Maraldo - per alcuni c'è un margine di 2-3 giorni per tornare in turno perché per alcune posizioni i turni erano coperti ed è stata demandata ai coordinatori e ai primari la materiale riorganizzazione”. Tra i 31 ormai ex sospesi ci sono, oltre ai due medici, 13 infermieri e 16 tra operatori socio sanitari, ausiliari e operatori tecnici.
Nell’area Vasta 4 di Fermo, invece, sono sette. Nessun medico, diversamente da quanto comunicato a livello regionale, ma infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio, fisioterapisti e tre Oss. Insomma non certo il grande rinforzo che viene raccontato come motivo fondamentale del provvedimento di reintegro.
“In attesa della nuova disposizione, l'Aou Marche il 31 ottobre aveva già pre-comunicato ai sospesi che con la legge in uscita sarebbero stati riammessi. "Abbiamo valutato se prima del rientro gli interessati dovessero essere sottoposti a visita medica preventiva come nei casi di malattia lunga".
La conclusione è stata che la «visita preventiva non è obbligatoria» e che i sospesi «possono riprendere il loro posto tenendo conto delle esigenze organizzative, della necessità di usare Dpi e fare formazione se avessero quest'anno perso i crediti formativi: condizioni che applichiamo a tutti» conclude il direttore.