di Raffaele Vitali
PORTO SANT’ELPIDIO – Annarita Pilotti dopo anni alla guida di Assocalzaturifici è tornata in azienda, nella sua Loriblu. Ma per l’associazione è sempre pronta per dare il contributo. E così ha preso il treno ed è arrivata a Roma, nella sede del Mise, insieme con Siro Badon, l’imprenditore che ha preso il suo posto alla guida dei calzaturieri, e il direttore Tommaso Cancellara.
Pilotti, che effetto ha fatto tornare operativa in prima linea?
“Una bella sensazione. L’incontro con il ministro Giorgetti e il vice ministro Gilberto Pichetto Fratin è stato preparato da Assocalzaturifici che mi ha invitato. E questo mi ha fatto molto piacere, perché ho potuto dare voce a tanti imprenditori che in questi mesi mi hanno chiamato e che hanno continuato a lavorare, senza scendere in strada. Ma se per avere ascolto dobbiamo riempire le piazze non ci spaventiamo. A noi interessa essere ascoltati”.
Un confronto proficuo?
“Ci siamo divisi i compiti. Badon è stato molto bravo, e non lo dico per farlo contento, a presentare le difficoltà del settore e il potenziale. Ha esposto una serie di punti in maniera molto chiara. Pichetto Fratin e una sua tecnica sono rimasti a lungo con me, Badon e il direttore Tommaso Cancellara. Gli abbiamo spiegato l’interruzione delle campagne vendite, delle chiusure degli showroom (i negozi sono rimasti aperti 122 giorni su 360 ndr), degli investimenti su nuove collezioni anche se non si sono vendute quelle prima, perché la ciclicità della moda non conosce pandemia”.
Lei che ruolo ha avuto?
“Dovevo parlare dieci minuti, ma alla fine ho superato la mezz’ora. Del resto il mio compito era riempire ogni numero del presidente con i volti degli imprenditori, di chi è aperto e di chi sta chiudendo. ho sottolineato il ruolo delle banche locali, che ancora danno fiducia alle imprese, ricordando però che ogni aiuto in questo momento è un debito e che i ristori spesso sono rimasti a Roma per codici Ateco sbagliati. E poi far capire al viceministro cosa significa avere una scarpa in mano o guardarla da un pc, ho cercato di far capire l’importanza del tocco, del profumo che tornerà protagonista nella campagna vendita del 2022, visto che quella del 2021 è quasi terminata. Servono investimenti per le fiere, oltre che per le piattaforme”.
Avete parlato di costo del lavoro?
“Tema chiave. Se non inseriamo almeno il taglio del 30% della parte contributiva come per il sud, andiamo poco lontano. Questo punto è stato il primo che mi ha sottolineato il mio distretto fermano-maceratese. Non possiamo non dotare l’area di crisi complessa almeno degli sgravi fiscali. Questa è una partita che va giocata insieme con il presidente della regione Acquaroli, perché è un problema per tutte le Marche se a Teramo tutto costa meno”.
Cosa volevate ottenere?
“Chiaramente attenzione. Sul tema del costo del lavoro non credo che il Governo sia ben disposto. Perciò faranno una valutazione dei costi fissi, provando a incidere sulle spese legate alla pubblica amministrazione, dalla Tari all’Imu. Speriamo di ottenere che non si ragioni più sui fatturati, ma sul margine operativo lordo. Di certo ci sarà un rinvio delle rate dei finanziamenti Sace-Simest portandole da 6 a 10 anni, con le prime rate da pagare non più a giugno ma sembra a dicembre. C’è anche sul tavolo una proposta per finanziamenti ventennali”.
Promesse dal Governo?
“Ci saranno ristori su chi investe nel 4.0 innovando produzioni e linee, oltre l’allungamento delle rate”.
Da oggi sempre in coppia con Badon, il classico poliziotto buono e poliziotto cattivo, quando incontrerete i politici?
“Se invitata, darò il mio contributo, portando cuore, anima ed esperienza. Il prossimo incontro secondo Badon, e io concordo, va fatto con il ministro del Lavoro Orlando e con lui affrontare costo del lavoro che non dipende dal ministero dello Sviluppo, ma da Finanze e Lavoro”.
@raffaelevitali