BOLOGNA - Il Resto del Carlino celebra i 140 anni dalla fondazione. Il giornale bolognese, diventato riferimento in Emilia Romagna e Marche, dove purtroppo è stata chiusa la redazione di Fermo, ha celebrato l’anniversario con una iniziativa a palazzo Re Enzo.
Non sono mancati anche volti marchigiani, dai prefetti all’imprenditore Diego Della Valle, mentre il governatore Acquaroli ha mandato un messaggio perché impegnato ad Arquata nella riapertura di una fondamentale galleria lungo la Salaria, che hanno potuto ascoltare personaggi come il prefetto Piantedosi, “siete un giornale libero ed espressione di libertà”, che ha dialogato con la direttrice Agnese Pini, conduttrice d’eccezione con il suo vice Valerio Baroncini.
Dopo il saluto dell’editore Andrea Riffeser Monti, a scaldare la platea ci ha pensato la scrittrice Silvia Avallone che, dopo aver letto un passo del suo ultimo libro, ha spiegato il valore della cultura come veicolo di libertà. Parola che lei ha imparato proprio a Bologna, dove arrivò da studente e dove scoprì l’Italia, quella del nord, del centro e del sud dei giovani studenti che volevano costruirsi un futuro.
“Leggere e scrivere è fondamentale. Leggere una poesia in un carcere minorile significa vedere gli occhi che cambiano. Siamo il nostro linguaggio, siamo le nostre parole. E se impariamo solo il linguaggio della violenza e del cinismo, poi il futuro si plasmerà su quello. Se noi cambiamo il linguaggio e lo tramutiamo in uno di libertà, nella testa dei bambini, allora il futuro può cambiare” sottolinea la scrittrice.
Stimolata da Agnese Pini ha poi proseguito: “La scuola è tutto, può e deve dare le opportunità a ognuno. L’attenzione alla giustizia sociale me l’hanno data i libri. Che chiedono una cosa politica: esci dall’orticello e diventa l’altro. Nei romanzi gli altri sono gli ultimi che diventano i primi, quelli che non guardiamo con paura, ma che ci fanno sentire come loro. E questo ci fa diventare delle persone e dei cittadini più solidali” conclude Avallone ringraziando il Carlino per il suo ruolo, per essere un compagno di sviluppo delle persone e dei territori, “partendo dalla Bologna, la città in cui mi sono formata, che era senza pregiudizi e che offriva occasioni”.
r.vit.