FERMO – Dieci anni di Stefano Pompozzi, dieci anni da consigliere provinciale a Fermo, otto in maggioranza e due dall’altra parte degli scranni. “Sono il più longevo da quando la Provincia è stata istituita fino a oggi” esordisce.
“Mi sono arricchito, mi ha permesso di uscire dal guscio bello e confortevole del paese. Potrei parlare della riforma Delrio, ma le problematiche sono note. Ci sono altri punti su cui mi voglio soffermare” prosegue il consigliere che il 29 terminerà la sua attività, visto che non potrà presentarsi al voto avendo terminato la sua esperienza come vicesindaco e consigliere comunale a Servigliano.
Vuole tirare le somme e lasciare sul tavolo un messaggio chiaro anche al suo partito, il PD: “Come uomo Dem mi metto a disposizione con il mio bagaglio d’esperienza, con due livelli istituzionali ben vissuti e rappresentati, tra l’altro da consigliere provinciale sono anche stato il più votato (un quarto dei voti totali)”. Della serie, per le Regionali Pompozzi c’è.
Tonando alla Provincia, “ho avuto ampia libertà di azione con i presidenti Cesetti, Canigola e Perugini. Ambiente e pubblica istruzione sono stati i due campi i cui mi sono impegnato maggiormente”. Dopo la riforma, Fermo era in ritardo nella organizzazione dell’Ata a causa del ricorso di un paio di comuni. “Abbiamo perso quasi due anni, ma siamo stati la prima provincia ad approvare il documento d’ambito di gestione rifiuti. La Provincia coordina, i comuni hanno la gestione della parte attiva”.
Cita un po’ di numeri: 200mila euro per il potenziamento degli ecocentri; l’apertura di due centri del riuso; la crescita di 20 punti della raccolta differenziata, “siamo passati da fanalino della regione a provincia all’avanguardia”.
Ma non solo “come produzione dei rifiuti siamo quelli con la minor quota pro capite, ma soprattutto abbiamo chiuso il 2021 con 65 chili di media in meno rispetto alla regione Marche. Auspico che i dati siano confermati anche da questa amministrazione”. Anni di lavoro anche sull’abbandono dei rifiuti, con le prime fototrappole, e sui progetti con le scuole che hanno realizzato le campagne social e comunicative.
Rivendica il grande lavoro nel settore didattico, superando la scarsità di risorse: la biblioteca multimediale a Servigliano, la sala Carboni a Ortezzano e il finanziamento per le numerose biblioteche nell’entroterra. “Abbiamo preservato la gestione del Miti lasciandola al Montani senza darla alla Regione che aveva preso le funzioni dopo la riforma”.
E poi i lavori in molti plessi, insieme con gli uffici: “Penso all’Agraria di Montegiorgio, con l’ultima sezione resa fruibile; palazzo Sacconi per scienze umane; l’intercettazione dei fondi post sisma, che hanno permesso ad esempio il recupero del triennio, che ha riaperto Ortenzi, e fa piacere, l’adeguamento sismico dello Scientifico, il miglioramento dell’Ite di Amandola”.
Sotto il suo periodo la Provincia è diventata una best practice nazionale con l’osservatorio sull’inclusione, oggi guidato da Pisana Liberati. “C’era un tavolo istituito con la dottoressa Iacopini, l’Asur e gli ambiti, e ne abbiamo fatto una realtà permanente che ha prodotto attività tutto l’anno dando un riferimento a famiglie e docenti. Una di quelle cose che da amministratore ti inorgoglisce”. L’anno della svolta è stato il 2016 quando è nato l’osservatorio permanente sull’inclusione scolastica, non più solo i Dsa: “E’ proseguito lo screening sulle classi prime della Primaria”. Con le scuole ha realizzato anche un cortometraggio, con il regista Giordano Viozzi, che ha vinto un concorso nazionale.
Con orgoglio rivendica il vademecum ‘Gite sicure’ che ha dato degli indirizzi chiari alle scuole “senza imporre, ma aiutando il monitoraggio”. Si va dagli autobus non vetusti al personale dipendente delle ditte, non autisti a chiamata. “Era il periodo delle tragedie in giro per l’Italia, spero che questo vademecum, condiviso con la Polizia, resti un appunto fermo nelle organizzazioni dei viaggi di istruzione” prosegue il consigliere del Partito Democratico che ha anche fatto partire una campagna pro pedoni e ciclisti e il potenziamento dei trasporti nella parte alta della Valdaso.
Infine le emergenze. “Ho vissuto il sisma 2016 che ha cambiato tutte le priorità dell’ente; la nevicata che ha bloccato interi comuni; il crollo del tetto del Triennio del Montani; il Covid”. Gli ultimi due anni da consigliere di opposizione ha monitorato l’attività di Ortenzi. “Chiudo ringraziando i presidenti e due figure cardine della provincia come Laura Lupi e Roberto Fausti. Se ho avuto la possibilità di fare molte cose e dare lustro a certi argomenti è grazie al loro lavoro”.
Il futuro è da scrivere, anche della Provincia: “Su 40 comuni ce ne sono 29 con meno di 5mila abitanti, serve quindi la casa dei Comuni”. E Pompozzi della ‘casa Provincia di Fermo’ ne è stato uno degli amministratori più longevi. “Serve eccome, dai problemi energetici ai piani d’ambito passando per scuole e strade: i sindaci sanno che al suo interno trovano soluzioni. Mi dispiace che non ci siano candidati delle zone interne. Mi auguro che un consigliere provinciale ogni settimana chiami i sindaci. Spero che tra due anni il problema sia cosa hanno fatto per le aree interne e dove risiedono. Ma spero che si torni a votare davvero” conclude confessando di avere due rimpianti: i ritardi del bypass di Amandola e il non aver spinto sugli uffici per la realizzazione del progetto definitivo del nuovo Liceo Classico.
r.vit.