Dalla chiamata al 118 alla verifica passando per il il Pronto soccorso, il ricovero e i posti letto tra malattie infettive e terapia intensiva.
di Raffaele VItali
FERMO – Come funziona il mondo dell’Asur 4 ai tempi del coronavirus. Proviamo a fare chiarezza ricostruendo passo passo cosa accade a un paziente dal dubbio al Pronto soccorso fino al reparto di malattie infettive o a terapia intensiva. Il tutto sapendo che ci sono il primario Amadio e il responsabile Ciarrocchi che lavorano ininterrottamente da giorni.
CASA - OSPEDALE
Tutto nasce dalla chiamata al 118. Il personale della Croce di turno sa quello che si ritroverà davanti, visto che la chiamata che arriva è classificata come gialla e avviene tramite il medico curante del paziente. Le croci, salvo i casi accaduti, arrivano sul posto e sono dotate di tutto il materiale protettivo necessario, scafandri inclusi.
A casa il medico di base ha effettuato un pre triage. Anche il medico di base, stando all’Area Vasta, è stato dotato del materiale necessario per effettuare visite a domicilio senza incorrere in rischi di contagio. Cosa avvenuta ad esempio nel pesarese. Se il medico lo ritiene opportuno chiama il 118 e chiede il ricovero. In questo caso il pronto soccorso viene allertato.
Da qui, due strade: la prima è diretta. L’ambulanza se trasporta un paziente con più di un sospetto di coronavirus si ferma direttamente al Murri dove si trova l’ascensore che porta la barella fino a malattie infettive. Al termine di questo trasporto, l’ascensore viene subito bonificato. Se invece c’è qualche dubbio in più, il paziente fa il percorso attraverso il pronto soccorso, ma usando un corridoio esclusivo, che ha in comune solo la sala per l'intubazione che viene, nel caso di utilizzo per Covid 19, poi bonificata. Un percorso creato appositamente, con tanto di lavori di muratura all’interno del PS.
Percorso che funziona anche per il paziente che arriva al pronto soccorso da solo (non andrebbe fatto, ndr) e si trova davanti alla tenda allestita dalla protezione civile, dove operano tra l’altro volontari del gruppo di Fermo associati al Cives, quindi infermieri. A loro spetta il pre triage, che significa porre 4-5 domande. Se ci sono sintomi tali che fanno pensare al Coronavirus, viene indicata una certa strada, altrimenti si entra normalmente al pronto soccorso. Per gestire al meglio questo percorso, l’Asur sta pensando di dotarsi di personale apposito, medici e infermieri, anche di cooperative esterne.
PRONTO SOCCORSO - REPARTO
Il Murri è dotato dell’unica unità complessa per Malattie Infettive dell’Asur, il dottor Amadio è l’unico primario del sud delle Marche. E non solo, è considerato un’eccellenza tale da essere riferimento anche per i casi complessi di Marche Nord e degli Ospedali Riuniti. Tanto che il paziente numero 1 della regione da Pesaro è approdato a Fermo.
Una volta entrati in ospedale i pazienti infetti hanno due destinazioni. Quelli meno gravi, si parla dei sintomi di una polmonite, vengono portati a Malattie Infettive. Sono 19 i posti a disposizione al Murri, 10 stanze a pressione negativa, 9 doppie e 1 singola. Chiaro che Coronavirus va con Coronavirus, visto che gli altri posti sono occupati da altri pazienti, chi con tubercolosi chi con altro.
Chi è più grave, invece, si ritrova in rianimazione dove sono sei i posti disponibili, di cui oggi due occupati da pazienti infetti da Covid 19. La cura? Al momento non ce ne è una diretta, ma al Murri è stato utilizzato un antivirale che ha funzionato in altri casi.
IPOTESI NUOVI POSTI
Questo il quadro a oggi, poi c’è il futuro che potrebbe significare necessità di ulteriori posti. Nel caso, il piano prevede una riorganizzazione interna, con un ampliamento del reparto di malattie infettive al Murri o la creazione di posti per i casi intermedi, ovvero i positivi che non hanno però sintomi gravi e che necessitano di essere spostati da casa per non creare problemi a parenti. A Loreto è stato creato una specie di lazzaretto, lo stesso potrebbe avvenire se necessario utilizzando le strutture di Sant’Elpidio a Mare o Amandola, dove servirebbero dei lavori strutturali e quindi tempi più lunghi.
Per fronteggiare al meglio il Covid 19 il Murri ha già ridotto gli accessi all’ospedale e bloccato gli esami non urgenti, questo al fine di ridurre il movimento all’interno del Murri che va preservato nella sua efficienza.