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Il procuratore generale: "Quattro aree di criminalità calabrese nelle Marche". Il Fermano piace alle cosche crotonesi

22 Gennaio 2022

FERMO – Tra i tanti numeri che snocciola il procuratore generale della Corte di Appello, ce ne è uno che pesa più di altri. Pur non essendoci forme di radicamento stabile delle mafie, negli ultimi anni è stata registrata la presenza e talvolta l'operatività di affiliati alla criminalità organizzata calabrese".

Il procuratore Luigi Ortenzi, inaugurando l'anno giudiziario, ha sottolineato che ci sono quattro aree di rischio: “A San Benedetto del Tronto è stata segnalata la presenza di soggetti riconducibili alla 'ndrangheta catanzarese, nelle province di Fermo e Macerata ci sono proiezioni riferibili a cosche del Crotonese, nel Pesarese sarebbe stata accertata l'operatività di soggetti riconducibili a cosche del Reggino".

E come il nuovo comandante dei carabinieri provinciali ribadisce “la necessità di mantenere viva l'attenzione sulla ricostruzione post sisma, dove consorterie criminali potrebbero infiltrarsi nell'aggiudicazione di appalti e subappalti pubblici, a svantaggio di imprese sane”. 

Detto questo, la pandemia ha impattato sui reati: “Sono aumentati sul fronte delle truffe e delle estorsioni commesse attraverso Intenet”. Mentre c’’è un sensibile decremento di furti e rapine, “i fenomeni che suscitano nei cittadini maggior senso di insicurezza e di allarme sociale”.

Nelle Marche, “rimane preoccupante il numero di reati collegati al traffico di sostanze stupefacenti”. Il consumo di droghe e di alcol, ricorda il magistrato, spesso si ricollega “alla piaga sociale e culturale degli incidenti stradali”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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