FERMO - Giuseppe Donati, segretario Cisl Fp, quale il messaggio per il Primo maggio?
“Che festeggiamo convinti che il lavoro sia una componente fondamentale del percorso di sviluppo della società e dei singoli individui”.
Lavoro sì, ma di che tipo?
“Viviamo in mezzo a tanti slogan, sempre più grave è l'emergenza del lavoro sottopagato, della professionalità non adeguatamente riconosciuta. Sembra che parliamo di cose lontane da noi invece sono più vicine di quanto pensiamo”.
Nella sanità quali sono le condizioni?
“Pubblica o privata, le professionalità non vengono adeguatamente riconosciute. Nel pubblico, la carenza gravissima di personale di ogni ruolo, costringe infermieri ed OSS a carichi di lavoro fuori da ogni regola. Nel privato poi, grazie a gruppi industriali sempre più avidi e senza scrupoli, il fenomeno dei contratti "pirata" e di quelli regolari ma con differenze retributive e di diritti rispetto al pubblico”.
Torniamo al pubblico. La riforma regionale è un aiuto?
“Per ora vediamo i limiti. Nessuno dalle parti della Giunta vuole o può dire chiaramente come e con quali risorse finanzierà un impianto verosimile solo sulla carta. Se resta una scatola vuota, il Fermano ne farà ancora una volta le spese maggiori. Non c’è un euro per aumentare il personale”.
Si aspettava di più?
“vorremo che il presidente Acquaroli ci spiegasse come troverà i soldi per riempire i nuovi ospedali di Fermo ed Amandola ma anche come realizzerà i progetti della medicina territoriale e di prossimità. Ad oggi, unica operazione possibile, è stata il rinnovo seppur parziale dei contratti a tempo determinato ma siamo molto lontani da quello che servirebbe. Nelle Marche mancano circa 500 infermieri almeno per garantire standard assistenziali decenti e qualche nuovo servizio. Solo in AST Fermo ne mancano circa 80 e non meno di 20 OSS. Servono poi nuovi Tecnici Sanitari ma anche personale della Prevenzione visto che aumentano pericolosamente gli infortuni sul lavoro. Su questi problemi concreti e numeri non c’è risposta dalla Giunta”:
Ma se verrà ridotta la mobilità passiva, come sostiene la politica, i soldi arriveranno?
“Parliamo di 160 milioni all'anno che le Marche regalano ad altre Regioni. Solo Fermo, per la mobilità passiva extraregionale, perde circa 12 milioni di euro all'anno. Per recuperare la mobilità passiva, serviranno ingenti investimenti soprattutto sul capitale umano. E invece il rischio è che si apra la competizione anche tra aziende regionali”.
Cosa resta quindi del Primo Maggio?
“Una propaganda legata al ‘vorrei ma no posso’ e l’impegno a raggiungere i risultati, perché i problemi vanno risolti. Il lavoro è l'urgenza maggiore del nostro Paese ma che sia lavoro dignitoso e giustamente retribuito”.