Il consiglio degli esperti: evitare di ascoltare i numerosi messaggi falsi che girano nelle chat di WhatsApp e sui social.
FERMO - Battaglia per l’emergenza. Cosa ci serve? “Mascherine e ventilatori. Perché i macchinari li abbiamo, ma abbiamo bisogno di proteggere i nostri sanitari”. Luca Ceriscioli, presidente della regione Marche, viene finalmente chiamato sulle reti televisive nazionali ed è così intervenuto a Omnibus su La7.
Perché è vero che tutti hanno problemi, ma per contagiati e morti, in proporzione alla popolazione, la regione Marche è la seconda regione più colpita d’Italia. Solo che, da un punto di vista mediatico nazionale, sembrava che l’emergenza avesse toccato solo Veneto, Emilia, Liguria e oggi Toscana e Lazio.
Il Coronavirus non sta risparmiando nessuno, ma le Marche sono al centro della sua potenza espansiva. Solo che, rispetto ad altri, come in molte occasioni, i marchigiani hanno abbassato la testa e hanno iniziato a lavorare. A ogni livello, in primis quello regionale.
Il governatore Luca Ceriscioli è anche assessore alla sanità e da matematica ha messo in fila i numeri, a cominciato a prevenire l’arrivo del punto di non ritorno e con i direttori di Area Vasta ha stilato un programma di riorganizzazione interna.
Certo, non poteva lui governare i flussi dentro gli ospedali, ma i protocolli sono stati stilati e nel fine settimana sono andati in scena decine di spostamenti di pazienti da strutture secondarie, come l’Inrca di Fermo, per recuperare nuovi posti.
“Abbiamo bisogno di risposte rapide, ci hanno mandato mascherine non da sala operatoria che vanno bene per i nostri preziosi volontari della protezione civile, ma noi, come la Lombardia, chiediamo i Dpi per i sanitari, per i medici e gli infermieri, per chi ogni giorno combatte per aiutare i nostri cittadini” conclude il presidente che da oggi è una voce conosciuta anche in tutta Italia.
“La battaglia si vince sui territori, altrimenti gli ospedali non possono reggere” ha tuonato il professor Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco, ricordando a tutti i cittadini che devono fare la loro parte proprio per supportare i medici e i pazienti che stanno lottando dentro i nosocomi.
Evitando anche di ascoltare i numerosi messaggi falsi che girano nelle chat di WhatsApp e sui social. L’ultimo è quello relativo al Covid-19 che sopravvivrebbe nove giorni sull’asfalto. A chiarire la questione è il virologo dell'Università di Milano Fabrizio Pregliasco: “È un fake. È vero, il virus può sopravvivere qualche giorno, ma con una carica virale irrisoria. La sporcizia, ovvero il substrato organico, può in qualche modo facilitare la sopravvivenza del microrganismo, ma è davvero irrisoria la quota che può essere portata dalle scarpe” ribadisce.
E Ancora più chiaro è Brusaferro, Istituto Superiore della Sanità: “I virus sopravvivono sulle superfici laddove non vengano esposti a disinfezione ma anche elementi colme sole, pioggia, intemperie". Parola d'ordine, ancora una volta, igiene accurata delle mani e pulizia ambienti.