di Raffaele Vitali
SANT’ELPIDIO A MARE – Poco meno di 17mila abitanti, ma quanta qualità tra i suoi cittadini: ecco Sant’Elpidio a Mare.
Un lungo pomeriggio, un susseguirsi di volti, di storie per poter poi arrivare all’Elpidiense dell’Anno. La comunità di Sant’Elpidio a Mare si è data appuntamento al teatro Cicconi, chiamata da Alessandra Gramigna e dalla Contesa del Secchio. Un pomeriggio reso speciale da tante persone meritevoli che sono salite sul palco per ricevere gli attestati di benemerenza prima dell’atteso nome finale.
Che Alessandra Gramigna introduce così: “Due maggio 1991 è la data di nascita della premiata”. Di nuovo un volto giovane, una donna che è nata in mezzo all’arte prima di approdare alla National Gallery di Dublino. “Durante un restauro – riprende la Gramigna – scopre e indica precisamente la data del dipinto, cosa rarissima”. È proprio vero che sotto la torre Gerosolimitana nascono persone brave. E una è Letizia Marcattili.
Si presenta con un grande sorriso, è agitata, ma ci pensa Mery Pieragostini a metterla a suo agio con domande rassicuranti che le permettono di raccontare il suo lavoro, quello che ama fare. “Ho lavorato per due anni al restauro del quadro di un’artista femminile, la prima grande donna, la bolognese Lavinia Fontana. Il quadro, ‘La regina di Saba’, era datato 1600, durante il restauro, rimuovendo alcuni ritocchi alterati, abbiamo letto questa piccola iscrizione: 1599”.
La voce è tremante, ma la mano della restauratrice è come quella di un chirurgo, non si muove fuori dal suo percorso. “Abbiamo ricostruito l’immagine senza imitare l’opera, grazie al tratteggio verticale. All’estero - prosegue Letizia Marcattili - apprezzano molto i restauratori italiani. Non ci consideriamo artiste, sarebbe andare in competizione con il nostro lavoro. Siamo dei bravi artigiani, pronti ad andare nel mondo dove c’è arte da recuperare”. L’applauso è lungo, sono tutti sorpresi, perché ancora una volta la Gramigna e i suoi collaboratori hanno saputo stupire con un diamante ai più sconosciuto. “Un premio che arriva nel mondo, del resto noi elpidiensi siamo internazionali” chiosa il sindaco Alessio Terrenzi.
Se l’elpidiense dell’anno ha appena 30 anni, tra le prime a salire sul palco era stata Ludovica Lattanzi, Pagella d’Oro nel 2019-2020, oggi alunna dello Scientifico a Fermo. Lei è una delle tante studentesse che ha chiuso il suo ultimo anno in Dad “e non è stata facile. Ma ce l’abbiamo fatta e ora ci stiamo riprendendo anche la nostra socialità, reale e virtuale. Abbiamo bisogno dei rapporti tra di noi” racconta mostrandosi ancora più matura dei suoi 15 anni.
A seguire la storia. In tutti i sensi. Giovanni Martinelli è un pezzo di Sant’Elpidio a Mare, ma soprattutto lo è il suo libro dedicato a 650 personaggi fermani, dal passato più lontano al cantautore Betto Mariano. Ci sono tante chicche nel volume, anche di elpidiensi come Ferruccio Antonelli, il primo medico che ha introdotto la psicologia dello sport. “Dobbiamo essere orgogliosi di questo premio, è identità, è comunità” ribadisce da quel palcoscenico che è la sua seconda casa.
Un attestato per Vittorio Scoccini, un uomo comune che ha avuto il coraggio di fare quello che glia altri invece si limitavano a riprendere con un telefonino: fermare un giovane che guidava controsenso in superstrada rischiando di provocare una tragedia. “Uno che non si è girato, ma ha agito” ribadisce la Pieragostini.
Entra, dopo lo stacco musicale del gruppo 'Sotto un cielo a pois', il mondo dell’impresa dentro il Cicconi con due famiglie storiche: i Cardernà e gli Orsili, unite dal morbido mondo della farina. I primi da 40 anni producono dolci di qualità, a tal punto da essere diventati protagonisti anche alla fiera del panettone di Torino.
“Una passione nata per caso, quando pesi lavoro 40anni fa e avevo dei debiti. Ho iniziato e non mi sono più fermato. e ora c’è mia figlia Maria, con suo marito Matteo, che ne hanno ancora di più” commenta emozionato Carlo Cardenà ricevendo l’attestato. Chi non si emoziona è Rossano Orsili, il front man del Molino che taglia il traguardo dei 60 anni di attività. “Una realtà in evoluzione, come modo di lavorare e mercati. La pandemia all’inizio ci ha travolto, abbiamo saputo reagire e cambiare ogni volta che parlava conte – ammette Orsili – il girono dopo le richieste si impennavano”. E loro non hanno esitato e per questo si sono meritati il premio dedicato all’ingegner Filippo Fratalocchi.
Infine, il premio Marietta Gioia per l’impegno sociale. A riceverlo gli studi medici elpidiensi. Sono in tanti sul palco e potrebbero essere tantissimi, considerando che dietro ogni volto ci sono almeno mille elpidiensi: “Anche noi siamo stati travolti all’inizio dell’emergenza. Abbiamo fatto meeting quotidiani. Abbiamo dovuto anche noi capire quando e come curare le persone. poi pian piano sono arrivati i protocolli. Ora nuova andata, per fortuna ci stanno i vaccini. Altrimenti saremmo stati distrutti. Bisogna vaccinare di più, ricordiamolo tutti” concludono incassando l’applauso di ringraziamento sincero della comunità, dall’amministrazione presente in sala ai capi contrada fino a ogni singolo elpidiense, per un pomeriggio ancora più orgoglioso di essere cresciuto sotto i 28 metri della torre che sforna talenti.