di Francesca Pasquali
FERMO - Prima, la parte teorica, con gli interventi delle forze dell'ordine. Poi, quella pratica, in montagna, coi cani molecolari e il soccorso alpino. Successo per la giornata formativa dedicata ai volontari della Protezione Civile del Fermano. Che sabato scorso hanno partecipato a un corso intensivo per cercare le persone scomparse.
Organizzata dalla Prefettura, la giornata è stata divisa in due momenti. Di mattina, i circa cento volontari che potrebbero essere chiamati a dare una mano alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco nelle ricerche, hanno ascoltato i contributi del capo di gabinetto della Prefettura, che ha illustrato la figura del commissario straordinario di Governo per la ricerca delle persone scomparse e il documento di pianificazione provinciale in vigore nel Fermano che ha nel disaster manager Francesco Lusek un punto di riferimento.
Sono, poi, seguiti gli interventi della Questura di Fermo sulla denuncia di scomparsa e sulle attività di Polizia giudiziaria, del Comando provinciale dei Carabinieri sulla scena del crimine, del Servizio regionale della Protezione Civile sulle modalità di impiego del volontariato di Protezione Civile e dell’Ufficio circondariale marittimo di Porto San Giorgio sul coordinamento delle operazioni marittime e sulla sicurezza. Nel pomeriggio, i volontari, coadiuvati da sedici mezzi di soccorso, hanno partecipato all'esercitazione in una zona montuosa di Amandola.
«L’obiettivo – fa sapere la Prefettura – era quello di ottenere la massima efficienza dei risultati derivanti dall’integrazione e complementarietà d’azione tra le componenti volontarie e le forze dell’ordine coinvolte nel piano, andando a ricreare e simulare le condizioni che normalmente si verificano nell’ipotesi di ricerca di persone scomparse che comportino l’inclusione dei volontari di protezione civile».
È stata, perciò, simulata la ricerca di una persona scomparsa in un'area boschiva, con conseguente attivazione del piano. Cosa che ha consentito «di testare le migliori tecniche con l’utilizzo di unità cinofile e l’assistenza di strumentazione Gps». Il recupero, avvenuto in un'area impervia, «ha consentito di rendere più integrato il lavoro dei vigili del fuoco e del soccorso alpino attraverso l'uso di tecniche speleo-alpino-fluviali».