Alla fine avrà ragione Paolo Calcinaro, il sindaco civico per eccellenza. Criticato per aver messo alla porta i partiti, in realtà in gran parte inglobati, è diventato un apripista di quello che sta avvenendo in questi giorni: le idee e i programmi dei comuni non hanno colore. Pochi comuni al voto, ma già una palestra significativa in vista di quel che sarà a maggio, quando ci saranno due città con più di 15mila abitanti al voto, dimensione che permette di usare i simboli di partito.
La grande fuga da chi dovrebbe rappresentare ideali e idee è in atto. Anche i tesserati prendono le distanze, chiarendo che sono sì parte di un partito, ma in realtà civici cittadini. È quasi diventato un fardello avere una tessera. Tranne che in un caso, Montegranaro. Dove c’è sì l’assenza dei simboli, ma al contempo una rivendicazione di appartenenza con tutte le forze del centrodestra che hanno sottolineato la loro vicinanza al candidato sindaco presentandosi con segretari e leader vari.
A sinistra, o meglio nel centrosinistra, questo invece preoccupa. E suscita perfino reazioni stizzite aver parlato di centrosinistra quando all’interno di una lista ci sono numerosi esponenti del Partito Democratico.
In fin dei conti, se anche il segretario nazionale Letta si presenta alle elezioni in un collegio uninominale senza simbolo (è la regola ma almeno va spiegata meglio, ndr), perché dovrebbero pensare di ostentarne l’appartenenza chi in realtà di 3mila abitanti si muove tra cattolici progressisti, ex camerati e residenti che pensano semplicemente al marciapiede che non c’è?
È vero che non si decide il futuro dello ius soli a Petritoli e Rapagnano, ma stare da una parte o dall’altra cambia quado devi decidere come assegnare le case popolari o se decidere di accogliere profughi o firmare ordinanze restrittive.
Non stupiamoci se i partiti non sono più il luogo della fiducia, lo dicono i sondaggi, visto che i primi a non crederci sono proprio quelli che li rappresentano. Non stupiamoci se tra pochi mesi a Porto San Giorgio ci saranno candidati di area senza simbolo, perché quando si prende una strada, poi è difficile tornare indietro senza farsi male.