*Sabato e domenica si eleggeranno i nuovi membri del Parlamento Europeo. E, di conseguenza, poi i vertici della commissione che terranno conto degli equilibri definiti dal popolo.
Popolo, non folla, come spesso si vuole definire le persone per cercare di indebolirne la forza e soprattutto segnarne l’obiettivo.
Il problema è che di questo voto si parla davvero poco e si tende a pensare che essendo europeo alla fine la singola croce non conti. Ma non c’è niente di più lontano dal vero.
Proprio perché Bruxelles è lontana, uomini e donne hanno un solo momento per incidere davvero: votando. Il che significa scegliere la rappresentanza che mai come quest’anno sta mostrando le sue possibili differenze.
Sovranisti ed europeisti si stanno sfidando a colpi di slogan più locali che europei. Poi ci sono i mediani, quelli non mancano mai, che abilmente si muovono tra le due linee.
Si sa poco dei programmi, ma si sa chi anche votandolo in Europa non andrà. L’Italia in questo è un unicum europeo, con i leader politici candidati ma già consapevoli che se eletti resteranno a Roma. Amen, questi siamo. Ma non è che a livello locale vada meglio, nelle Marche dietro candidature, soprattutto nel centrosinistra, si gioca già la partita del candidato alle Regionali che sfiderà il governatore Acquaroli.
Scegliere quindi, ricordando due numeri per capire che ognuno conta: un milione di voti, su 33miioni, ha deciso la Brexit, e oggi gli inglesi soffrono. Mentre due sono stati i milioni che ci permettono di festeggiare il 2 Giungo la repubblica Italiana e non la monarchia.
Votare serve, per l’Europa e per i comuni, tantissimi quelli chiamati al voto. Non c’è niente di peggio di sentir dire “ha vinto, ma l’ha votato il 40%” come capita spesso da parte di chi perde o critica. È il voto sovrano, ancora più delle parole.
*direttore www.laprovinciadifermo.com