FERMO – La resa die conti non ci sarà. Nessuno scontro, nessuna guerra intestina dentro il Partito Democratico. La direzione regionale ha deciso di dare fiducia al segretario Giovanni Gostoli,e al vice fermano Fabiano Alessandrini, che ha il compito di traghettare il partito verso il congresso anticipato
“Nel mentre, il Pd farà un'opposizione seria, competente e concreta, non ideologica, nell'interesse delle Marche. Sul fronte del partito, c'è bisogno di aprire una riflessione profonda, perché non ha vinto la destra, ma siamo stati noi a perdere” ha sottolineato il segretario.
Molte delle parole dette dal senatore Verducci durante l’incontro di sabato mattina sono diventate parole di Gostoli, come la questione relativa “alla rottura del modello Marche”. Gostoli ha anche affermato che le Marche sono state definite impropriamente una regione Rossa, “ma che sicuramente non stata mai un terra di destra”.
Nella sua analisi anche un assist a Maurizio Mangialardi: “Partiva già con uno svantaggio di 140mila voi, poi dimezzato: per chiunque sarebbe stato assai difficile vincere-. Tra l’altro, anche nel 2015 il centrosinistra era già minoranza nelal società marchigiana, siamo riusciti a vincere grazie alle divisioni degli avversari, all'avvento del M5S che ha raccolto la protesta e per merito di un progetto di rinnovamento e di rottura con il passato”.
Parole al miele per Ceriscioli, “nei prossimi anni sarà rivalutata la sua azione di governo”, e di visione per il partito: “Il Pd si deve concertare sulla sua organizzazione, ma c'è anche bisogno di una grande tensione unitaria per una direzione politica forte perché ci aspettano anni difficilissimi, con il centrodestra alla guida della Regione che potrà avere a disposizione le risorse del Recovery Plan. Tra le sfide da affrontare il Covid e il post Covid, con la Regione apparsa in queste settimane molto confusa, sempre in ritardo sulle scelte, sulle ordinanze e sulla strategia; le amministrative del 2021”.