FERMO – Il segretario provinciale del Pd, Luca Piermartiri, ha presentato la sua squadra post elezione segretaria nazionale e regionale. Tra i nove fermani che entrano in assemblea regionale, un nome fa più rumore di altri ed è quello di Renzo Interlenghi. L’ex candidato sindaco passa in un colpo solo da Articolo 1, e da leader di Fermo Futura, a un posto nel board regionale dei dem. Con lui ci saranno Alessandro Iagatti, Dorotea Vitali, Fabio Rossano, Elisabetta Baldassarri, Francesco Giacinti, Annalinda Pasquali, Claudia Lepri e Sandro Vallasciani.
“Devo dire grazie a compagni e compagne, c’è stato un grande movimento di volontariato per organizzare il congresso sia nazionale sia regionale, senza queste persone che stanno nei seggi non si fa nulla. E un pensiero speciale a Gioia Corvaro fondamentale in ogni momento” sottolinea Piermartiri che ha avuto da ogni mozione impegno: Ciabattoni per Cuperlo, Marziali per Schlein, Giacinti per De Micheli, Di Virgilio per Bonaccini.
“Spetta a noi, con le nuove segretarie, raccogliere le aspettative che da fuori arrivano, messaggi forti e chiari da tempo. Ci siamo mossi già sul territorio, abbiamo rimesso in piedi le feste dell’unità e tutto quel mondo che fa parte del centrosinistra” prosegue il segretario provinciale.
Nove in Regione, quattro i fermani in assemblea nazionale: Meri Marziali, che era capolista per la Schlein, la segretaria regionale dei Gd, Chiara Croce, in quota Bonaccini, e due membri di diritto, ovvero il segretario Piermartiri e il senatore Francesco Verducci. L’importante ora per tutti è che si ritrovi l’armonia “affrontare al meglio le prossime sfide, partendo dalle amministrative” prosegue il segretario.
Ma il vero sunto lo dà Andrea Di Virgilio: “Il grosso male sono state le forti divisioni e il fatto di considerarsi avversari permanenti. Abbiamo dato spesso un’immagine pessima, la gente è stufa di divisioni, si fa una sintesi per stare insieme. Ci siamo misurati dentro casa, Schlein è la segretaria di tutti, ascolterà tutti e farà una sintesi. Mi auguro che non accada quello che è accaduto in passato, che molti se ne sono andati e sono felice che siano tornati. Si sta in un partito in minoranza e in maggioranza, allo stesso modo. Solo con la politica si tiene unità una realtà”.
E la scelta della Schlein di proporre Bonaccini presidente del Pd, dopo l'accordo raggiunto, sembra andare nel verso giusto.