PORTO SAN GIORGIO – Sei righe per la candidatura di Francesco Tota Gramegna a sindaco di Porto San Giorgio. Non una dichiarazione del candidato, non una definizione dei prossimi impegni. Ma del resto, neppure il primo avversario suol campo, Valerio Vesprini, ha pensato di presetnarsi alla stampa in maniera palese.
Nelle sei righe il segretario del Partito Democratico sangiorgese, Michele Amurri, spiega come è stato individuato il nome dell’attuale vicesindaco: “Il direttivo, dopo un’ampia e costruttiva discussione, a larghissima maggioranza, ha individuato in Francesco Gramegna la persona più adatta, per competenza, esperienza, profondo radicamento nella città, da mettere a disposizione per costruire un’alleanza con le forze politiche e con i cittadini sangiorgesi”.
Era da sempre il ‘nome forte’ del partito. Poteva essere fatto già da mesi, soprattutto una volta deciso che non ci sarebbero state le primarie, strumento che i Dem hanno creato e ora non amano più.
Il segretario confida che Gramegna sarà il perno di un’alleanza, solo che già ci sono le prime tensioni. Visto che diversi compagni di viaggio avevano chiesto un nome condiviso e invece ora si trovano il Pd che decide da solo il nome da votare per il dopo Loira.
Proprio il sindaco ha avuto un ruolo chiave, decisiva la sua presa di posizione in favore del vice piuttosto che per l’assessore Di Virgilio, che aveva provato a riaprire una strada anche verso Vesprini, o la consigliera Catia Ciabattoni. Il politico che piace alle parrocchie ha convinto quasi tutti.
“Gramegna è una figura coerente, impegnata nell’associazionismo e nel sociale, da sempre sa guardare oltre i confini del ‘perimetro politico’. Le sue esperienza e sensibilità politica ed umana lo rendono la figura più adatta per aggregare e costruire il futuro politico di Porto San Giorgio” ribadisce Amurri che in quel ‘perimetro politico’ da allargare si gioca tutto il suo futuro come guida del Partito Democratico.