di Raffaele Vitali
PESARO – E ora che fa Matteo Ricci? Il ticket tra Stefano Bonaccini e Dario Nardella, che ha deciso di fare un passo indietro, cambia gli equilibri in questa lunga partita che porta al congresso
Il sindaco di Pesaro non ha fatto in tempo a incassare il sostegno di Goffredo Bettini e Andrea Orlando, oltre che di Michele Emiliano, che i big, per ruolo politico e peso mediatico, accelerano. Il tutto con l’incognita Elly Schlein che si muove da indipendente in una corsa che ormai sembra avare i suoi battistrada. "Se lo facciamo insieme io ci sono, non mi tiro indietro: costruiamo insieme questa candidatura per dimostrare che io posso diventare la segretaria del nuovo Pd. Insieme a voi voglio diventare la segretaria del nuovo Pd" ha dichiarato presentandosi a Roma davanti ai suoi supporters.
Giovane, italo-svizzera-americana classe 1985, ma già con una esperienza invidiabile: volontaria nella campagna elettorale di Barack Obama, tra le promotrici di 'OccupyPd', Europarlamentare, fondatrice di Possibile con Civati, perno della vittoria di Bonaccini nel 2020. Della partita segreteria è, ufficialmente, anche Paola De Micheli.
Tornando al ticket, “vogliamo costruire un partito dove non comandino le cordate di potere - ha detto Nardella - dove siano riconosciuti i territori, dove gli iscritti e gli elettori abbiano voce in capitolo. Ho trovato nel progetto di Bonaccini la risposta a queste esigenze”. Bonaccini è più diretto: “Il Pd va smontato e rimontato e non dobbiamo farci chiamare con il cognome di qualcun altro”. Chiaro il riferimento a Renzi, di cui tra l’altro entrambi erano stati fedeli sostenitori.
Ma questo riguarda anche Ricci, che a sua volta, mana un messaggio all’ex segretario: “Caro Renzi, un partito non è un taxi che prendi se ti fa comodo. Noi siamo ancora qua perché la sinistra è casa nostra. Abbiamo vinto insieme alle europee. Se quel consenso non lo hai più, è perché hai deluso quella comunità. Accettalo sereno”.
Non sarà facile ora per il coordinatore dei sindaci Pd decidere se proseguire o meno la sua corsa da segretario, ufficialmente non si è mai candidato ma dovrebbe farlo il 16 dicembre a Roma, dopo che Nardella, che guida Firenze, è della partita. E come Ricci inizia un tour in giro per l’Italia “con l’obiettivo di toccare 100 comuni”.
Anche perché, la componente del Pd a cui il governatore e Nardella puntano è quella degli amministratori locali, che è esattamente il bacino di Ricci. E chissà che poi lungo la strada che porta al congresso non possano incontrarsi. “Ci sono sindaci di grande qualità tenuti troppo spesso in panchina - ha detto Bonaccini - Una parte dirigente del Pd di oggi mi dà l'idea che faccia fatica a capire cosa succede alla gente, ecco perché si deve partire dai territori, dagli amministratori locali. Serve una nuova classe dirigente, anche perché veniamo a livello nazionale da troppe sconfitte”.
Nessuno dei candidati a parole immagina una scissione in caso di vittoria dell’altro: “Dobbiamo dire che chiunque vinca la corsa congressuale noi comunque il giorno dopo stiamo tutti insieme. Di scissioni ne abbiamo patite anche troppe” chiosa Bonaccini.
Stessa linea di Antonio Decaro, presidente Anci: “I sindaci devono fare sintesi e convergere tutti su un amministratore locale, non ha senso che il fronte si divida. Sono settimane che sto provando a convincere i tre di noi scesi più o meno in campo, Stefano Bonaccini, Dario Nardella e Matteo Ricci, a unire le forze per dare maggiore vigore alla nostra battaglia. Se tutti gli amministratori si unissero intorno a uno si potrebbe fare ciò che doveva esser fatto già tanto tempo fa, ossia azzerare le correnti”.