FERMO – Vincere, con chiunque sia, ma vincere. E farlo senza Luca Ceriscioli. “Il Partito democratico deve mettersi a disposizione con generosità di un’alleanza civica per le Marche per fermare la destra estrema” sentenzia il segretario regionale Giovanni Gostoli.
Cosa significhi esattamente è ancora da capire: “Parlo di linea politica, che mi interessa più dei nomi. Naturalmente non può che tradursi con una personalità della società marchigiana e civica come candidato a Presidente della Regione Marche capace di parlare oltre i confini dell’alleanza, anche ai tanti dei Cinquestelle che non si rassegnano a lasciare la regione alla destra”.
La partita è difficile, ma non impossibile secondo il segretario Dem. “Si può vincere se siamo capaci di aprire una fase nuova con una larga coalizione unita e competitiva. Prima andiamo avanti su questa strada, uscendo da un chiacchiericcio logorante, e prima riusciamo a lavorare per coinvolgere nelle liste persone e realtà civiche con le quali abbiamo già vinto le elezioni amministrative nella stragrande maggioranza dei comuni e delle città”.
La scelta del civico (al momento solo Sauro Longhi ha questo curriculum, anche se avanza il nome di Roberto Oreficini, ndr) serve anche per provare a sanare il mondo del Partito Democratico, diviso come non mai. “Il Pd ha tante personalità, ma il dibattito interno di questi mesi non permette di produrre una candidatura unitaria. I problemi di oggi vengono da lontano e hanno condizionato la percezione della nostra azione di governo. Per questo, la soluzione è fuori da noi. Dobbiamo essere coraggiosi, è vero, ma anche umili e soprattutto mai arroganti”.
La pozione di Gostoli va a stroncare sul nascere anche l’azione partita nell’area di Ceriscioli con il sondaggio interno per la candidatura di Mangialardi, attuale sindaco di Senigallia. Un nome che avrebbe fatto saltare il banco di chi ha lavorato per la Mancinelli come alternativa al Governatore. “Alleati, organizzazioni economiche e Sardine ci chiedono un cambio di passo, unità e una fase nuova. Quindi basta polemiche e personalismi, logiche di parte, e torniamo a guardare prima di tutto al bene comune. Non è solo buona politica, ma l’unica scelta di buon senso che possiamo fare per i marchigiani”.
Obiettivo grande alleanza e ‘Piano per le Marche’ che partano da cinque priorità: “Al primo posto, un patto per il lavoro, il fare impresa e la rigenerazione delle Marche. Poi il tema della ricostruzione post terremoto e lo sviluppo delle aree interne. Un patto per la salute e la sanità pubblica di qualità. Un nuovo sistema di welfare di comunità capace di proteggere le persone. Un progetto per prendersi cura del territorio all’insegna dello sviluppo sostenibile dove l’ambiente non è un tema tra i temi, ma un nuovo paradigma per lo sviluppo”.