Il percorso era scritto. E non è un’idea nata dalla mancata elezione in consiglio comunale per una manciata di voti. Alessandro Iagatti era già da prima della campagna elettorale la risorsa su cui il Partito Democratico di Fermo aveva deciso di investire.
Il segretario ‘a tempo’ Paolo Nicolai aveva preso in mano la segreteria dei Dem per necessità e lo aveva traghettato fino alle elezioni, mai come questa volta difficili e dall’esito annunciato. Magari no nella dimensione, ma la sconfitta era nota a tutti. nel mentre Iagatti entrava sempre più nella macchina del partito, avendone vissuto anche il periodo elettorale. E ora la mozione che lo vede candidato, salvo colpi di scena, unitario.
“Ho deciso – spiega Iagatti – dopo una attenta riflessione un confronto con nuovi evecchi militanti. Serve un nuovo impulso all’azione politica del partito fermano. Ripartire con la consapevolezza che il lavoro che attenderà le democratiche e i democratici nel prossimo futuro richiederà rinnovato entusiasmo e competenze”.
La prima consapevolezza è il risultato non premiante per #Fermofutura e il Pd. Una consapevolezza da cui ripartire. “Si sono poste le basi per una compagine di centrosinistra in grado di sviluppare un progetto serio e allo stesso tempo ambizioso di rilancio della città”.
Iagatti, un giovane, o quasi con i suoi 34 anni, che si muoverà tra i tanti giovani che fanno parte della squadra di Renzo Interlenghi, ex candidato sindaco oggi consigliere al fianco di Nicolai.
“La natura delle nostre proposte sarà dinamica e capace di evolversi per anticipare le rapide trasformazioni socio-economiche, mantenendo sempre l’obiettivo primario di migliorare il benessere dei cittadini attraverso una visione tipica di un partito di centrosinistra con un forte impulso green volto alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente in cui viviamo”.
Da giovane sa che ha tanto da imparare e quindi, ecco il ritorno della formazione: “La funzione di un partito è anche pedagogica: far crescere i cittadini, educandoli alla cultura politica e portarli nuovamente a quella attiva. Sulla base di quanto fatto durante la campagna elettorale, il dibattito politico continuerà ad essere portato nei quartieri, prevedendo di nuove forme di partecipazione con modalità di incontro più aperte e non limitate al tesseramento”.
Intercettare persone che non si avvicinerebbero alla tessera. “L’emergenza Covid ci ha mostrato l’importanza dei nuovi mezzi di comunicazione e la necessità di potenziare luoghi alternativi di dibattito su piattaforme digitali, uno stimolo per sviluppare un PD 2.0 capace di interagire con un linguaggio nuovo e al passo coi tempi. Ma non per questo ci tireremo indietro, al termine dell’emergenza, nell’organizzazione della Festa dell’Unità, simbolo della voglia di comunità che ci contraddistingue”.
Non teme le correnti, “un contenitore pluralista che non dimentica la sua naturale vocazione maggioritaria” è fondamentale. “Per questo – conclude l’ormai nuovo segretario comunale – attrarremo nuovamente tutti coloro che sono alla ricerca di una famiglia con cui condividere i valori riformisti, progressisti e ambientalisti propri del centrosinistra”.