FERMO - Il secondo open day alla don Dino Mancini di Fermo non raggiunge i risultati sperati. Si è passati dalle file di ore di sette giorni fa a una tranquilla e normale giornata. Giusto qualche momento con una ventina di fermani in attesa. E infatti, alla fine, sono 1097 i vaccini somministrati contro gli oltre 1800 dell’8 gennaio. Di questi, 600 erano di cittadini prenotati, gli altri 497 grazie all’open day. Che in realtà non è stato poi ben capito dal territorio, a riprova che sulla comunicazione bisogna investire di più anche nella sanità.
A livello di numeri, le Marche registrano un +7 in terapia intensiva e tre nuove vittime, tra cui una 93enne di Monte Vidon Corrado. Sul fronte contagi, condizionati anche oggi dalla nuova modalità di conteggio che comprende anche i test antigenici rapidi ora validi da soli per la diagnosi, sono 5.766 casi giornalieri con l'incidenza a 1.257,42.
Nelle Marche ci sono 190 persone ospitate in strutture territoriali e 47 in osservazione nei pronto soccorso. In questo spicca il Murri, che conta ben 13 pazienti fermi al pronto soccorso (Anona ne ha 9 e San Benedetto del Tronto 5, secondo il bollettino della regione, a riprova che il sistema non riesce ad assorbire i nuovi positivi visto che rianimazione Covid è piena, 6 posti, e così Malattie infettive, 29 letti occupati.
Eppure, per l’assessore regionale Filippo Saltamartini la situazione è sotto controllo: “Non dobbiamo curare solo chi ha problemi di Covid, ma anche gli altri. Riaprire l'Hub di Civitanova Marche? In questo caso dovremmo spostare risorse, anestesisti, cardiologi e altri in quella sede, ma poi i malati 'no Covid' chi li cura? Lo scorso anno avevamo 170 persone in terapia intensiva - ha ricordato -, oggi ne abbiamo 56 su 256 posti disponibili: di che cosa parliamo? Non possiamo farci prendere dal panico, non siamo in campagna elettorale e alimentare il populismo. Non estremizziamo, quindi, conflitti e campanili”.
Quello che serve è un cambio di passo dei direttori, messaggio per chi guida le aree vaste, da Roberto Grinta al neo numero uno del Piceno: “Serve un salto netto, un cambio di passo, in tema di qualità e produttività degli ospedali: a noi non servono direttori che segnalano problemi, ma che li risolvono perché i soldi ci sono e loro sono molto ben pagati per rimuovere le cause del problema”.
Raffaele Vitali