FERMO – La fase tre, quella di livello massimo d’emergenza, del Murri è al termine. Come sono terminati gli screening con quello dedicato al mondo della scuola che ha permesso di scoprire 11 positivi su 2361 tamponi effettuati tra Fermo e Amandola. L’obiettivo, non nascosto dal responsabile Renato Rocchi, era quota 3mila, ma si può ritenere soddisfatto, sempre undici asintomatici in meno entreranno in aula. A questi vanno sommati i 30500 delle settimane scorse con un tasso di positività dello 0,6%.
Tornando al Murri “da oggi – spiega il direttore Licio Livini – ripristiniamo dei servizi seguendo il percorso che ci siamo dati da inizio pandemia”. Il che significa, innanzitutto, un controllo sempre più marcato dei dipendenti, con tamponamenti più frequenti e un monitoraggio costante dei pazienti. “E poi sanificazione degli spazi. Possiamo dire che gran parte del lavoro è stato portato a termine. E così da oggi parte una fase nuova: più sala operatoria, più area chirurgica, nuovi ricoveri. Riorganizzati anche gli spazi con i malati che avranno maggior spazio di degenza: nelle stanze da tre starano in due e nel possibile useremo singole. Di certo domani ridiamo vita all’ospedale”.
Il luogo chiave, il pronto soccorso, è stato completamente sanificato e “abbiamo rafforzato i percorsi tra pulito e sporchi con vere barriere. Se va tutto per il verso giusto, ripartiremo. Considerando che abbiamo definito anche una uova area grigia che ci permetterà di non tenere le persone sulle barelle al pronto soccorso” prosegue.
Certo, tutto sarebbe più facile se ci fosse il personale al completo. “Ci siamo trovati senza 90 operatori, abbiamo dovuto riorganizzare reparti e percorsi. Cerchiamo di non sprecare le risorse, ma alle assenze per Covid vanno aggiunte quelle fisiologiche”. Numeri difficili da compensare, basti pensare che dei 630 infermieri in dotazione Rocchi ne ha in servizio cento in meno.
“È vero, possiamo fare assunzioni straordinarie, ma le abbiamo fatte per coprire posti ordinari. Noi abbiamo bisogno di stabilizzare. E infatti nell’incontro con il presidente Acquaroli ho puntato sul nodo burocrazia. Non può essere che un concorso di infermieri vada avanti per due anni. Servono provvedimenti straordinari per farci prendere personale ora, anche se legato da incompatibilità varie, penso a medici che fanno i corsi di medicina generale e non possono lavorare in emergenza” ribadisce il direttore Asur4.
E poi c’è il nodo del ‘tempo determinato’. “In questa fase stiamo assumendo sotto stato di emergenza, che dura fino al 30 aprile. E le assunzioni sono legate a queste tempistiche. La proposta di qualche mese di contratto non convince, inutile negarlo”. Su questo la Regione con Acquaroli si è detta disponibile, ma il percorso è complesso.
Raffaele Vitali