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Il 'miracolo' di Macarri: reparto di degenza e nuovi interventi. Saltamartini: un'eccellenza, gli daremo più medici e tecnologia

27 Gennaio 2024

FERMO – “Un altro tassello per la vision che Fermo con il nuovo ospedale avrà”. Finalmente apre il ‘nuovo’ reparto di degenza per Gastroenterologia, diretto dal primario Giampiero Macarri. “Da 12 posti letto a 14, con stanze singole e doppie con bagno. Il numero richiama quelli che ci saranno nel nuovo Murri” precisa il direttore generale Roberto Grinta.

Se questo settore è una eccellenza di Fermo, va davvero cavalcata e potenziata. “Serviva però uno spazio di degenza degno della capacità di chi ci lavora. Questo è un passo avanti proiettato al nuovo ospedale, che vogliamo raggiungere il più presto possibile. Penso alle tecnologie e a tutto quello che è necessario” aggiunge il sindaco Paolo Calcinaro rivolgendosi all’assessore Saltamartini e al sottosegretario Salvi, che Acquaroli ha chiamato per migliorare la sanità regionale.

“Quello che serve all’ospedale nuovo sarà dato, ogni tecnologia necessaria. E in particolare a questo reparto, siamo in grado di comprare tutto quello che ci sarà chiesto e motivato” ribadisce subito Saltamartini che garantisce “pieno sostegno della regione per valorizzare le risorse umane che ha”. Quindi, strumenti e medici in arrivo per Macarri, che ha anche nel neo sottosegretario regionale Salvi un prezioso alleato, avendo condiviso anni insieme in ospedale.

È la prima volta a Fermo per Aldo Salvi, l’uomo in missione peer Acquaroli: “Professionalità e umanità si ritrovano in Macarri. Lo conosco da anni, è il medico su cui poter contare. Questa gastroenterologia ha un punteggio superiore al San Raffaele e al Gemelli. Valuteremo come rendere Fermo un punto hub”. Aggiunge Saltamartini: “La caratura del professor Macarri è nota, anche io ne ho usufruito. A livello nazionale si discute di regionalismo differenziato, noi dobbiamo valorizzare le strutture che possono fare mobilità verso le Marche. Se un assessore di una regione importante mi parla di Macarri, significa che dobbiamo smettere dii nasconderci. Per cui, Macarri deve chiederci le risorse che servono per valorizzare il reparto, deve rendere orgogliose le persone che lavorano qui. Quindi, la possibilità per un medico di imparare da te .- prosegue l’assessore parlando al primario davanti a prefetto e ogni vertice istituzionale - è un valore inestimabile. Quindi cominciamo a sognare, quali sono le tecnologie che servono, troveremo le risorse. E poi ti prego di ragionare su quello che diceva salvi: dobbiamo fare le reti. E lo dobbiamo fare nei prossimi mesi. Vi daremo anche gli uomini necessari”.

Se migliora il Murri, ne gode tutta la provincia, guidata da Michele Ortenzi: “Sappiamo che questo è un faro per la regione, ma era determinante dargli la struttura adeguata. Ricordiamoci che bisogna prendersi cura di una persona e non solo della malattia”.

Quando si alza la dottoressa Anna Maria Calcagni, presidente dell’Ordine dei medici, i vertici della sanità tremano sempre. perché lei è l’anima critica del settore, “sempre con il fine di crescere”. Ma oggi è giorno di festa: “I medici vivono una fase di disagio e anche il rapporto con i pazienti è alterato. Per questo, una struttura nuova per un reparto che funziona è determinante”.

Elisa Draghi dirige il presidio, ha seguito passo passo i lavori e il trasferimento: “Doveva avere un reparto dedicato Macarri, uscendo dalla zona multidisciplinare in cui i suoi pazienti erano posizionati. Questa riorganizzazione va verso il miglioramento del servizio, sapendo che gastroenterologia è il riferimento per le Marche Sud. E poi, oltre ai numeri che garantisce, vogliamo far crescere la qualità, visto che abbiamo la certificazione per l’endoscopia e per le malattie croniche intestinali (Mci) e siamo tra i pochi in Italia”.

Una caratteristica del reparto è che accoglie i pazienti più giovani: “Importante quindi che oltre alla malattia si accompagni il paziente, meno pronto allo stare male”. La riorganizzazione procede con Grinta supportato da Simona Bianchi e Alberto Carelli. Gli infermieri restano il perno dell’attività vicino ai medici. A Renato Rocchi il compito di portare la voce di chi si muove tra stanze e corridoi. “L’infermiere è lo specialista del prendersi cura, è un perno della squadra. Questa nuova struttura è pensata per rispondere ai bisogni”.

La dottoressa Simona Piergallini è la vice di Macarri ed è lei che ha seguito la certificazione Mici: “Abbiamo certificato sia la parte ambulatoriale, sia la degenza. Grande supporto da Grinta. L’età media scende e così ora i giovani troveranno cura a una location adeguata. Spero e lo dicono a nome di tutti i medici, che riusciremo a dare spazio scientifico di adeguata qualità a un reparto che è una costola della regione Marche”.

Sorride per una volta convinto Giampiero Macarri: “Dal 2008 abbiamo iniziato un lavoro importante per la qualità, la certificazione ne è un esempio, e poi l’accreditamento, siamo i terzi in Italia. Ma non finisce qui, perché ogni due anni la commissione torna e alza l’asticella. Abbiamo ottenuto pochi mesi fa il rinnovo, che ora è quadriennale. Poi abbiamo curato l’aspetto dell’umanizzazione delle cure, che riguarda anche l’accoglienza dei malati”.

Anni fa, riprendendo dal Canada il modello, ha iniziato a offrire tè e biscotti al paziente che attendeva una endoscopia. “Noi veniamo da una realtà con pochi posti letto e stanze miste, una cosa che non ho mai digerito. Debbo dire per onestà che non ricordo lamentele, tutti l’hanno accettato. Ma devo anche dire che il personale infermieristico e medico riusciva a fare i cambi necessari per alleggerire le situazioni. Ora abbiamo stanze climatizzate, singole e doppie, tute con bagno. Anche questa è qualità. E poi siamo più vicini all’endoscopia, si riducono gli spostamenti”.

Ma c’è anche un altro aspetto importante: “Avremo finalmente un letto a disposizione per una degenza rapida, penso alle endoscopie importanti che poi mandiamo a casa la sera, lasciando i cellulari. Ora potremo, se necessario, avere una postazione per la notte di controllo, migliorando assistenza e monitoraggio”.

E poi, la novità: “Dal 22 febbraio introdurremo, con il dottor de Minicis, l’endoscopia bariatrica, ovvero dedicata ai pazienti obesi. Una tecnica che non va in conflitto con i chirurghi, che operano i grandi obesi, sopra i 140. C’è la fascia 90 a 110 chili che necessità di una procedura specifica, che non riescono a fare una dieta, non la vogliono fare o hanno complicanze”.

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