MONTELPARO – È una specie di miracolo la festa di Sant’Antonio a Montelparo. Una tre giorni che decuplica i cittadini del paese immerso tra i monti, passando dai 750 residenti agli oltre 7mila che comprano il 'coppu’. Il motivo? Tutti pazzi per il baccalà.
Sindaco Marino Screpanti, è tutto pronto?
“Abbiamo già iniziato stamattina alle 9. Già un migliaio di porzioni consegnate”.
Quante porzioni avete previsto di vendere?
“17 quintali di baccalà per 7500 porzioni”.
Ma secondo lei perché tutti vogliono provarlo?
“Perché la qualità è alta ed una tradizione, tutti lo sanno. Il problema è dire
di no a chi non ha il biglietto. Ci piange il cuore. Non possiamo distribuirne
di più per mantenere la qualità”.
Cosa lo caratterizza?
“La preparazione non è qualcosa di speciale. Certo abbiamo il nostro procedimento con la freddatura immediata dopo averlo fatto bollire. Lesso, bianco con aglio olio e pepe: è buono, questo è il segreto. L’ho testato ieri sera e ora sono in postazione per servire, come sempre”.
Da dove arriva?
“Ce lo consegna Monti, che seve mezza Italia. Paghiamo in anticipo, 40mila euro”.
Neve e terremoto, avete superato anche quelli?
“Il baccalà è più forte di tutto, peccato che non può ricostruire le case”.
Siete un riferimento anche per il territorio?
“È il mio decimo Sant’Antonio, potrebbe essere anche l’ultimo visto che scado, chissà. Quello che mi fa felice è che siamo la festa di tutti. Addirittura abbiamo tre camperisti da Vicenza”.
Che poi parliamo del baccalà, ma è la festa di Sant’Antonio.
“Si parte sempre con il parroco e la messa la settimana prima, quando iniziamo a mettere il baccalà a bagno. Purtroppo siamo senza chiese e senza comune, ma non ci fermiamo. Certo, vedere tutto questo fa male”.
Domani mercatino, domenica la processione degli animali con la banda.
“Per tutto questo dico grazie al Comitato Sant’Antonio e all’associazione giovanile Il Chiostro. Ogni centesimo che avanza è un acquisto per la città”.
Raffaele Vitali