di Raffaele Vitali
CAMPOFILONE – Qualche ora prima, una coppia ha detto il suo SI, chissà se eterno, davanti al mare. Poi, la location è cambiata e dall’arco di fiori sulmlungomare di Campofilone si è passati alla consolle e alla cucina a vista in cui si muoveva Aurelio Damiani, il decano degli chef marchigiani. Un matrimonio anche quello che ha lo chef come celebrante, un ‘matrimonio del gusto’.
Il sindaco Gabriele Cannella, insieme con il suo assessore al turismo Ercole D’Ercoli, ha fatto incontrare i maccheroncini con il tartufo estivo di Force, un connubio mare monti che serve per creare sinergie, ma anche per rilanciare un’idea complessa quanto affascinante. Che il sindaco ha esposto, poco prima della mezzanotte a Marco Bruschini, il direttore dell’Atim, che è il braccio operativo del governatore Francesco Acquaroli in tema di turismo. “Qui lei si trova nel cuore della Costa dei Sibillini, a noi tutti piacerebbe questo nome, impegniamoci insieme sulla brandizzazione”.
Bruschini ascolta, non fa promesse, del resto è impegnato, con tanto di t-shirt indosso, a veicolare il nuovo claim ‘Let’s Marche’ su cui la Regione punta, usando al meglio il ct della Nazionale, Roberto Mancini. La strada però è stata aperta, ora va solo riempita di contenuti. Come quelli culinari messi insieme nella serata fronte mare.
Il sindaco di Force, Amedeo Lupi, non ha esitato. La proposta di D’Ercoli era vincente: un do ut des che permetterà alle due sagre estive, quella dello scorzone di Force e quella dei maccheroncini di Campofilone, di supportarsi, offrendo il meglio in entrambi i paesi. Un matrimonio reso più solido dal Bim Tronto guidato da Luigi Contisciani. “Vedere uniti Piceno e fermano è una soddisfazione. Abbiamo così tanto da dare ai turisti e non solo. È fondamentale, muoversi in rete”.
Un anno fa il primo passo è stato fatto insieme con Amandola, che ha una sua festa del tartufo, ora Campofilone si è spostata di qualche chilometro. E ha allargato la squadra con l’anice di Castignano, che Damiani ha usato al meglio in uno dei piatti della cena degustazione, con la patata di Palmiano, lo zafferano di Roccafluvione, i pomodori confit della Valdaso, con la mela rosa che ha nell'imprenditore Maurizio Curi un cultore, anche per averla saputa trasformare in un succo in bottiglia che viaggia tra l’80 e il 95% di frutta al suo interno.
Frutta che oggi è anche la base di una nuova line di cocktail che durante la cena sono stati testati grazie alle mani di Daniele Spaccapaniccia, che ha conquistato tutti con le sue acrobazie ma soprattuto con l'affumicatore da cocktail che ha brevettato e messo in produzione.
Il tartufo è l’indiscusso protagonista, come si conviene a un re. Damiani lo ha inserito prima in un filetto di maiale, poi nei maccheroncini con ragù bianco, divertendosi invece con il vino cotto di Lapedona per accompagnare il vitello finale. Il tutto bagnato da Deviango della cantina Di Ruscio, il vino bianco che nasce da uve rosse.
In tanti hanno preso in mano il microfono durante la serata, ma il messaggio è uno: “Abbiamo prodotti meraviglioso, impariamo a raccontarli e soprattutto a viverli. Perché solo così li porteremo fuori dai nostri confini”. Compito che, oltre ai vertici della Pro Loco regionale e provinciale, come sempre spetta al mondo di TurisMarche che promuove e al contempo richiama, grazie al lavoro di incoming che ormai va oltre la verde Valdaso. Un progetto che Contisciani ha sposato, nonostante il Bim sia prettamente Piceno “ma quello che unisce porta cultura” ha ricordato a tutti il consigliere Marinangeli.
Un matrimonio riuscito, quindi, che sarà l’inizio di qualcosa di più grande, visto che Campofilone è parte della maxi rete del tartufo, guidata dall’ex assessore regionale Carrabs che ha unito mezza Italia (138 comuni) e che via Aci farà arrivare nelle case degli italiani la guida delle città del tartufo, con incluse dieci ricette di cui una dedicata proprio ai maccheroncini, a riprova di quanto si sia più grandi di quanto a volte siamo portati a vedere.