CAMPOFILONE – Ci teneva il presidente Francesco Acquaroli, perché presentare il Consorzio dei pastai che producono i maccheroncini di Campofilone è qualcosa di importante, per non dire di unico. “Sono marchigiani tipici e quindi individualisti. L’azienda viene prima di tutto, anche delle famiglie. Sono testardi come me, ma quando capiscono che ci sono cose importanti da fare insieme per il loro bene, dele aziende e della comunità, sposano il progetto. Questo è il consorzio. Loro hanno fatto uno sforzo e quindi gli dico grazie”. Li introduce così il sindaco Gabriele Cannella, l’uomo che ha reso possibile il miracolo insieme con altri attori.
“Per le Marche non solo per Campofilone siete importanti. Raggiungiamo un obiettivo, il consorzio di tutela ora dà un nuovo strumento di promozione, autenticità e qualità al territorio. Ma soprattutto così riusciremo a costruire progetti che nell’enogastronoma, turismo e tradizione sono fondamentali. Un riconoscimento importante” sottolinea subito il governatore.
C’è stato un grande lavoro dietro le quinte, soprattutto a livello locale. “Il maccheroncino è conosciuto in Italia e all’estero. Oggi, con questa nuova certificazione il valore diventa assoluto” ribadisce Acquaroli, passando la palla a Gabriele Cannella “il fautore di questa fantastica esperienza”.
È felice il primo cittadino e non è che Cannella sorrida spesso: “Come ho chiamato il presidente mi ha invitato in Regione per dare importante risalto. “Un grazie va alla Pro Loco, che da 60 anni porta avanti una sagra che ha nel maccheroncino l’unico protagonista. Ognuno ha svolto un compito nella storia”.
Dieci anni fa l’Igp, grazie all’impegno di tanti, a cominciare da Ercole D’Ercoli, assessore all’enogastronomia e al tempo sindaco. “I maccheroncini sono turismo, per noi sono fondamentali, sono economia, lavoro in fabbrica e fuori. Abbiamo 1900 abitanti, l’enogastronomia è elemento cruciale. Campofilone da solo con poco, per questo lo voglio sempre più dentro la valle dell’Aso fino ad arrivare a quella che vorrei diventasse la Riviera dei Sibillini”.
E lo dico guardando il direttore dell'Atim, Marco Bruschini: “Noi non vogliamo la promozione del singolo borgo, ma l’intera Valdaso e la riviera che connette davvero la montagna. Bisogna creare pacchetti settimanali da dividere tra costa e passeggiate al fresco. Poi magari ci aggiungiamo anche una infrastruttura migliore, ma la Regione qui già sta facendo”.
E’ il momento di Gabriele Marcozzi, il primo presidente: “La funzione è di tutelare il prodotto tipico che dal 2013 è diventato Igp. Prima un’associazione, ora il consorzio. Ci abbiamo messo troppo? Forse, ma oggi siamo tutti all’interno, rappresentiamo il 99% della produzione. Avremmo potuto farlo prima, magari in pochi, ma abbiamo scelto di lavorare fino a questo giorno. Da oggi siamo un gruppo unito, il maccheroncino non è un solo prodotto enogastronomico, per la regione è un valore culturale e immateriale che possiamo esportare nel mondo diventando un veicolo pubblicitario”.
Non a caso su ogni confezione, oltre al logo del produttore, c’è quello del comune di Campofilone. “Per noi è un valore aggiunto e ci dà forza nel percorso di valorizzazione che deve diventare internazionale, ma su questo la politica ci dovrà aiutare. Non mancano casi in giro per il mondo di chi si appropria del nome ‘maccheroncino’. Ma insieme ce la faremo, ci deve aiutare però la Regione, sensibilizzando anche i ristoratori regionali che troppo spesso non rispettano l’Igp” prosegue il presidente del consorzio.
Prossimi step? “A novembre, dal 5 al 10 festeggeremo il decennale dell’Igp a Roma, con una presentazione nazionale che dia risalto al prodotto marchigiano, e a Campofilone con un convegno”. L’importanza del momento è data dal ricco parterre. L’assessore regionale Andrea Maria Antonini aveva avuto un mandato dal governatore: “Essere vicini ai territori e soprattutto dove la Regione può svolgere un ruolo di sostegno. Qui ci siamo, perché dietro ogni maccheroncino c’è una famiglia, una massaia, una storia. Siamo certi che possa rappresentare un territorio più ampio, Valdaso, Sibillini ma in realtà tutta la regione che è ricca di biodiversità. Insieme nella differenza può fare molto”.
Gino Sabati, presidente della Camera di Commercio delle Marche, responsabilizza Marcozzi: “Rappresenti uno dei consorzi più importanti delle Marche da poter presentare fuori dall’Italia. Con Bruschini e Acquaroli stiamo promuovendo la regione nelle città in cui atterrano i voli, inseriremo anche i maccheroncini all’interno della progettualità che unisce pacchetti turistici all’agroalimentare. Possiamo dire che con la presidenza Acquaroli tante sinergie si stanno creando. Una regione come la nostra da queste unioni trova valori aggiunti”.
Anche perché tra Dop e Igp le Marche hanno tanto da dare, sono 35 i prodotti, e ancora di più possono fare. Una sfida per tutti. “Oggi ci sentiamo come comune al centro dell’attenzione della Regione. E non era scontato, come la presenza di tutte le autorità. Grazie. Ma soprattutto grazie ai protagonisti: Enzo Rossi, Vincenzo Spinosi, Leonardo Carassai, Giovanbattista Marilungo e Paolo de Carlonis” conclude Ercole D’Ercoli.