MONTEFIORE DELL'ASO - “Scegliere di coltivare solo in biologico comporta maggiori investimenti nelle tecniche agronomiche affinate negli anni anche a fronte dell’incertezza sull’entità di produzione”. Ma quando ti consegnano il Premio internazionale Vinitaly ‘Wine Without Walls’, lo sforzo è ripagato. Può sorridere Giacomo Centanni che porta il nome del nonno, fondatore della cantina che domina la Valdaso, tra Montefiore e Pedaso, resa poi grande dal padre Mario.
Il premio è stato consegnato durante il Vinitaly dopo la valutazione della giuria internazionale composta da enologi, critici, importatori e produttori. “Su 15 vini che la famiglia Centanni ha selezionato a marzo per la partecipazione al concorso, la giuria ha assegnato i migliori punteggi a ben 12 etichette, fino a decretare il meritato Premio, per la somma della qualità di tutti i vini prodotti, tra cui ha spiccato il ‘Cimula’ Passerina Docg, con il punteggio più alto” spiega il titolare.
La scelta di produrre in biologico ha radici profonde, come il vigneto. “Abbiamo scelto la genuinità del vino, prodotto nel rispetto della terra e del consumatore. Una scelta familiare voluta dal nonno e poi dai miei genitori, Mario e Franca. Sta ora a noi figli, con me Elisa e Daniela, proseguire seguendo gli insegnamenti del nonno”.
Insegnamenti che hanno permesso di ottenere già da dieci anni le certificazioni da disciplinare di produzione Biologica e oggi questo premio prestigioso come ‘Miglior produttrice di vini biologici del mondo per l’anno 2022’.
Centanni è una chicca che si inserisce in un momento d’oro per il vino delle Marche che al Vinitaly hanno presentato 107 cantine Un settore, quest'ultimo, che ha fatto registrare (dati Istat) un +5,45 di crescita delle esportazioni sul 2021, per oltre 57,6 milioni di euro.
“I vini marchigiani – ha concluso Alberto Mazzoni, presidente Imt -, sono usciti dal cono d’ombra grazie anche alle politiche regionali che si sono dimostrate lungimiranti. Il nostro vigneto sta crescendo e negli ultimi 5 anni sono mille i nuovi ettari impiantati che hanno permesso di raggiungere una superficie di 18mila ettari”.
Raffaele Vitali