di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO - Il nome dell’azienda rende già chiaro l’obiettivo: Wearlight. “Siamo nati nel 1976 per colpa, ribadisco colpa, di mio padre”. Si presenta così Emanuele Mazza, 44enne titolare del suolificio che dal 1993 è uno dei riferimenti internazionali nel settore Eva, il materiale super leggero con cui sono realizzate le suole.
“Trent’anni fa per incoscienza, o forse lungimiranza, mio padre puntò sull’Eva. Un investimento di mezzo miliardo di lire, mia madre ancora glielo ricorda”. Sembrava un passo tropo grande, è stato l’inizio di una bella storia che oggi il figlio, insieme con la moglie, porta avanti e continua far crescere.
“Abbiamo da poco comprato la nuova sede, sempre a Montegranaro nella zona industriale. “La nostra azienda – spiega Mazza dal suo stand a Lineapelle che ha aperto oggi le porte – dal 2006 lavora con le griffe e quelle imprese che producono scarpe di fascia alta, per capirci quelle che vanno in negozio ad almeno 250 euro”.
Per non perdere clienti, Wearlight è in continuo aggiornamento, l’innovazione è davvero di casa: “Abbiamo un brevetto europeo per la suola in Eva bicolore e un altro per il sistema di inserto senza uso di colla o solventi, detto Hub System”. Lo spiega con soddisfazione, perché questo significa ridurre l’inquinamento e accrescere l’attenzione per l’ambiente.
Ed è un must questo per l’azienda veregrense. “Nella nuova sede, acquisita prima del Covid, diventata un peso durante la pandemia e poi luogo del boom tra 2021 e 2023, abbiamo 300 kwh di energia solare e altri 300 li stiamo realizzando. A questo abbineremo degli accumulatori che posizioneremo in uno spazio adiacente che abbiamo da poco acquistato” prosegue Mazza. Con questo sistema è arrivato a coprire metà dell’energia consumata, in prospettiva potrebbe arrivare al 75%.
La Wearlight ha 64 dipendenti, il fatturato nel 2024 è inevitabilmente sceso, viste le difficoltà delle griffe, alcune sono passate da 40mila a tremila suole ordinate. “Ma il fatto di avere una importante rete di clienti di fascia alta che continuano a produrre ha permesso all’azienda di non fermarsi”.
Non teme i momenti difficili, ne hanno affrontati negli anni, come hanno saputo guidare la crescita, “magari lenta ma costante, considerando che dai 300milaa euro del 1998 siamo arrivati a 8 milioni in quindici anni” riprende.
Per essere pronto di fronte a ogni frenata del mercato, Mazza ha pensato anche a delle piccole e potenziali produzioni, che non sono alternative ma un arricchimento. “Produciamo parabordi per la nautica, un settore che vale il 3% del fatturato, e siamo entrati nel mercato delle Fitsword, delle vere e proprie spade ricoperte di Eva che si usano per allenare gli arti superiori, soprattutto nel mercato americano. Anche questo è un modo vincente di usare l’Eva, un materiale unico nel suo genere su cui investiamo e crediamo” conclude l’imprenditore di Montegranaro che in azienda, come accaduto per suo padre e sua madre, lavora insieme con la moglie, abile a gestire i conti.