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Il lato oscuro della scuola: indagine della Politecnica, crescono i casi di cyberbullismo. "Non isolatevi, il futuro è vostro"

9 Febbraio 2021

di Raffaele Vitali

FERMO -  Sexting, grooming, body shame. C’è un mondo oscuro dentro la rivoluzione che la pandemia di Covid-19 ha imposto al mondo della scuola. In una parola si parla di cyberbullismo.

I casi continuano ad aumentare e si verificano anche con la didattica a distanza: uno studente su 8 è stato preso in giro durante le lezioni online secondo l'ultima survey dell'Associazione nazionale Di.Te, condotta in collaborazione con il portale Skuola.net e con Vrai (Vision, Robotics and Artificial Intelligence - Dipartimento di Ingegneria informatica dell'università Politecnica delle Marche), su un campione di 3.115 alunni di età compresa tra 11 e 19 anni.

Anche per questo oggi la Polizia di Stato, in tutta Italia, si ferma a riflettere insieme con studenti e docenti, coinvolgendo tremila scuole, di cui una ventina nelle Marche. "L'immaterialità della relazione digitale libera da tutta una serie di freni inibitori scatena fenomeni feroci come l'hate speech o il cyberbullismo” spiega il cofounder di Skuola.net, Daniele Grassucci.

E questo, secondo lo studio condotto dalla Politecnica, anche durante la famosa Dad: “Sono enormi le percentuali di studenti che si sentono liberi di prendere in giro altri compagni o i propri docenti: 2 intervistati su 5 hanno assistito a prese in giro a insegnanti, uno su 5 ad altri compagni. Fenomeni che di sicuro avvengono anche in classe, ma non ci risulta in queste proporzioni" prosegue.

"La didattica a distanza ha bisogno di altri ritmi rispetto a quelli della classe in presenza - osserva Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e presidente di Di.Te - Il tempo online, da soli nella propria stanza, non è lo stesso di quello offline. Servono lezioni più dinamiche, più energiche, più capaci di incuriosire, più coinvolgenti. Quelli che i ragazzi credono essere scherzi, in realtà sono atti aggressivi: la messa online o in chat di una foto e/o di video senza il permesso dell'altro è cyberbullismo, e queste immagini rischiano di rimanere nel web per sempre, con tutte le conseguenze immaginabili”.

Secondo Nunzia Ciardi, direttore del servizio di polizia postale, “spesso le vittime di cyberbullismo soffrono situazioni di profonda solitudine e possono quindi tardare nel rivolgersi alle autorità. E invece devono fidarsi e chiedere aiuto”.

Il cyberbullismo, emerge dall’indagine, può portare anche all'autoisolamento, come hanno dichiarato il 45,9% degli intervistati vittima del fenomeno nella fascia di età tra 11 e 13 anni, il 53,4% dei ragazzi tra 14 e 16 anni, e il 65,9% dei giovani tra 17 e 19 anni. "L'autoisolamento si verifica per due motivi: la mancanza di prossimità con l'altro e il trauma subito. Adulti e ragazzi durante la pandemia – prosegue Lavenia - hanno paura di uscire di casa, sta mancando da tanto tempo il contatto con gli altri: sono fattori che non faranno abbassare il bisogno di auto isolarsi”.

E a supporto di questo si aggiunge anche che è cresciuta la difficoltà a immaginare un domani". Rispetto ai dati del sondaggio di giugno scorso (47,5%), infatti, sono aumentati del 20% i ragazzi che non riescono a immaginare il loro futuro a seguito della pandemia.

@raffaelevitali

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