PORTO SANT’ELPIDIO – Dodici coltellate alle spalle. Chi? Perché? Dove? Quanti interrogativi dietro la morte di Mihaita Radu, 31enne rumeno, ma elpidiense d’adozione.
è stato trovato senza vita da un dipendente dell’Ecoelpidiense, che lo ha visto poco dopo le 5, mentre iniziava il suo giro in una zona di Porto Sant’Elpidio poco frequentata, giusto dai residenti. Ma era impossibile non vederlo, disteso a terra, tra il campo e la strada Pian di Torre.
Mihaita non era uno ‘sconosciuto’, anzi. Volontario della Croce Verde, dipendente di una azienda in zona Castellano, il classico bravo ragazzo che ormai era diventato uno di Porto Sant’Elpidio. Padre di famiglia, ha un figlio di sei anni, Radu però è stato ucciso in maniera brutale.
Non ci sono segni di colluttazione e tra l’altro anche il sangue era poco, segno evidente che è stato ucciso da un’altra parte e poi abbandonato alla Corva. Un agguato, oppure un conoscente, chi lo ha colpito senza provocare una reazione?
L’efferatezza dell’omicidio ha spinto il prefetto Filippi a convocare immediatamente il tavolo per la sicurezza e ordine pubblico, invitando il sindaco Nazareno Franchellucci che ha poi cercato di abbassare i torni “convinto chele forze dell’ordine stiano facendo il possibile per trovare i responsabili”.
Resta il fatto che accende un ulteriore allarme sulla zona. Dopo i numerosi furti, dopo le risse con armi bianche, dopo i continui blitz antidroga a ridosso di Porto Sant’Elpidio, spesso in zona Tre Archi, l’omicidio che fa pensare a faide interne alla criminalità.
Ma Mihaita Radu conduceva una vita normale, lavoro, famiglia e qualche ora di volontariato. Cosa ha sbagliato o cosa ha visto? I carabinieri stanno cercando la risposta.
r.vit.