di Raffaele Vitali
FERMO - Lauree in piazza, l’università che si apre al territorio, a chi la ospita. Abiti scintillanti per le ragazze, giacche, ma anche t-shirt per i ragazzi: sono i neo ingegneri, ben 36 quelli che ricevono la pergamena di laurea dalle mani del rettore della Politecnica, Gian Luca Gregori.
Cornice è piazza del Popolo, l’attesa è grande. Un’ora prima dell’inizio arrivano parenti, genitori, nonni, amici. C’è chi cerca di sistemare la corona di alloro nel modo migliore. “Una corona d’alloro preziosa, che va oltre il simbolo. Infatti - spiega il rettore Gian Luca Gregori – sono state realizzate dalle vittime della tratta che si trovano in una casa rifugio. Donne sfruttate che vengono oggi supportate e aiutate dalla comunità di don Oreste Benzi. Oggi qui abbiamo tante ragazze laureate in Ingegneria, 20 anni fa era quasi impossibile. La simbologia delle corone è quindi ancora più importante, rappresenta la libertà”.
Si posizionano i laureandi che stanno per diventare laureati, il caldo per loro no esiste. Del resto, c’è anche chi si è laureato d’estate, alle 14 del pomeriggio a Bologna, ovvero il sindaco Paolo Calcinaro: “Saluto i genitori, saluto i nonni che sono qui e hanno vinto il caldo. Se siamo qui è perché Gregori ha scommesso su questa città. L’Euf, l’Ente universitario del Fermano, è formato da più soggetti, non solo dal comune, si è creata una sinergia positiva. Io spero sempre che Fermo lasci qualcosa agli studenti oltre alla didattica garantita dalla Politecnica. Per noi l’università è una risorsa, nei miei nove anni l’ho vista crescere e con lei parte dei nostri quartieri”. Ma non basta: “Siamo pronti a nuove fide, ci stiamo lavorando perché l’università è il futuro della città”.
Sfide che il rettore affronta sempre a testa alta. “Il nostro ateneo cresce, quindi la maglietta dovete indossarla con orgoglio, è una maglietta che ha una grande credibilità. In questa città il rapporto con l’istituzione è anche personale, con Calcinaro è qualcosa di speciale. Sono oltre 1200 i laureati in ingegneria a Fermo, ci siamo riusciti perché pensiamo al bene dei laureandi” sottolinea Gregori.
Che poi si rivolge di nuovo ai neo ingegneri, chiamati uno per uno dal professor Forcellese sotto lo sguardo del preside Bevilacqua: “Un pensiero alle vostre famiglie, questo è uno dei momenti più belli della vita. Ci avete consegnato il futuro dei vostri figli”.
Un futuro che va affrontato col sorriso, lo ribadisce il presidente del consiglio studentesco, Gianluca Ferri: Siete di fronte al primo grande passo di costruzione del futuro. avete passato anni di studio, rinunce e sacrifici, funzionali ad accrescere il patrimonio culturale e umano. Quello universitario è un mondo che può davvero incidere sul cammino e ci permette di realizzare i sogni. Laurearsi in piazza significa unire città e università. Voi siete il motore del cambiamento. Spero che possiate raggiungere i vostri obiettivi, ma soprattutto che possiate essere il puto di partenza per un avvenire migliore, consapevoli che il presente non è perfetto, ma neppure perduto”.
Ed eccoli i neo ingegneri: Paolo Di Matteo, Aurora Scaramucci, Aurora Tomassetti, Claudia Ferrara, Giorgia Alessi, Sebastiano Cruciani, Mattia Rabottini, Renato Grassi, Giulio Rita, Marianna Altobella, Francesca Cocca, Luca Di Chinno, Andrea Perrucci, Francesco Lillini, Samuele De Sanctis, Nawres Chebbah, Martin Xhaxhaj, Alessandro Properzi, Chiara Viviani, Matilde Casali, Simone D’Isidoro, Giorgia Cancelli, Desirèe Medoro, Alessandra Marrano, Andrea Fusella, Chiara Conte, Federica Crucianelli, Tommaso Sabbatini, Leonardo De Franceschi, Antonio Mantini, Valerio Alessandrini, Matteo Zigrossi, Valentina Michetti, Mattia Vecchietti, Paolo Gaudenzi, Gianluca Della Penna.