FERMO – Un architetto affermato, Simone Censi, un sociologo che ama capire il dietro le quinte delle scelte che fanno di una città un luogo, Massimiliano Colombi, un dirigente ed ex sindaco, Saturino Di Ruscio, e il presidente dell’associazione Nuova frontiera, Nicola Lucci. Questo il parterre per una domenica mattina diversa a Fermo (9 febbraio dalle 1030). Il luogo scelto non è causale, il terminal Dondero. Luogo di movimento, di partenza, di visione e quindi di futuro, soprattuto in questo periodo in cui si stilano i programmi elettorali in vista delle elezioni di maggio.
“Quale la Fermo che vogliamo?” si chiedono i relatori. E proveranno a dare delle risposte partendo dall’ospedale di Campiglione, passando per l’area Santa Lucia, che tanto ha fatto discutere, arrivando al polo scolastico. “Possibilità e rischi insiti dietro una pianificazione errata. Di questo parleremo” spiega Lucci. “Tutto sarà incentrato su temi che faranno da spartiacque tra le città del futuro e quelle del passato ovvero l’accessibilità, la sostenibilità economica e ambientale, l’inclusione sociale”.
Ma non solo ‘lezioni’, visto che uno degli scopi dell’incontro è ascoltare i cittadini. A Di Ruscio il compito delle conclusioni e sarà interessante capire la sua visione di Fermo, visto che parte da un punto di vista privilegiato, quello di dirigente che molte scelte le indirizza, anche se principalmente nel settore culturale.
Fare un’adeguata progettazione urbana nel XXI secolo significa porre al centro l’essere umano, a partire dalle categorie più vulnerabili come bambini, anziani e disabili, sapendo che incrementare la qualità di vita urbana per questi gruppi di popolazione significa costruire una migliore città per tutti. Siamo certi che, facendo questo salto di qualità, il nostro territorio può tornare a essere competitivo” concludono gli organizzatori.