di Raffaele Vitali
Il futuro politico del presidente Luca Ceriscioli è appeso a un tampone. Quello che domani verrà effettuato su un paziente ricoverato a Pesaro che la Regione ha classificato come ‘positivo’ al Coronavirus in attesa però di conferma prevista domani.
Solo questo forse salverà il governatore che ha deciso di sfidare, per la seconda volta, il Governo e il premier Giuseppe Conte, prendendo la decisione di chiudere le scuole (LEGGI), e ogni attività pubblica, nonostante l’accordo preso poche ore prima tra Governo e Regioni (LEGGI). E questo per un caso a Cattolica.
“Ho parlato con il ministro Boccia, che mi ha annunciava il provvedimento del Governo che avrebbe impugnato il mio. Ho detto che non avrei fatto un passo indietro. La mia non è una scelta politica, ma nasce da un tavolo tecnico fatto da professionisti. Ho seguito le indicazioni che mi hanno dato” ha detto Ceriscioli.
Ma non ha convinto il Governo: “Con la sua decisione unilaterale di firmare un'ordinanza per la chiusura di tutte le scuole e Università della Regione Marche, il Governatore Luca Ceriscioli si sfila dall'accordo che era stato raggiunto solo poche ore prima nel corso dell'incontro tra governo e Regioni tenutosi alla Protezione Civile e viene meno all'impegno preso con tutti gli altri Governatori. Per questo impugneremo l’ordinanza” tuonano il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, dell'Istruzione Lucia Azzolina e dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi.
E non ha convinto neppure il capo della protezione civile nazionale, Angelo Borrelli: “Ho sentito il presidente delle Marche Ceriscioli anche nel corso del pomeriggio. Non condivido questa scelta, è una scelta della Regione”.
Poche ore prima, anche alcuni sindaci, da quello di Fermo Paolo Calcinaro all’elpidiense Alessio Terrenzi, avevano criticato la decisione: "La rispettiamo, ma non la condividiamo” il sunto dei due primi cittadini, che sono solo due di tanti contrari alla scelta del governatore.
Sta di fatto che le scuole da domani, 26 febbraio, saranno chiuse fino al 4 marzo in attesa del ricorso del Governo o del tampone che, se confermato positivo, potrebbe salvare Ceriscioli e la sua decisione presa contro tutto e tutti tranne una parte di genitori e cittadini preoccupati quanto il presidente per lo sviluppo del coronavirus.