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Il futuro della calzatura è qua: otto orlatrici giovani e appassionate. La scommessa vinta dell'artigiano Totò: svegliamoci, uniamo le forze

23 Novembre 2022

di Raffaele Vitali

MAGLIANO DI TENNA – Trasformare un problema in opportunità. L’ha fatto Lorenzo Totò, titolare del Tomaificio Sl, insieme con il nuovo socio, “da gennaio uniremo le nostre due aziende”, Federico Franchi della Tranceria GiaFed.

Il problema si chiama ‘carenza di orlatrici’. La figura chiave nel mondo della calzatura, che tutti cercano, non solo le grandi griffe. “Ho 22 dipendenti, nel giro di poche settimane tre delle orlatrici con più esperienza andranno in pensione. Come fare? Abbiamo provato a cercarle, attraverso diversi canali, ma niente. Eppure il lavoro c’è, pure tanto, ma la garanzia di un futuro non basta più” spiega Totò.

La scelta è stata a quella di contattare l’Adecco, una delle agenzie del lavoro che operano sul territorio. Una di quelle più pronte nel settore moda, avendo già operato con diverse realtà. “La richiesta è stata semplice: selezionare sei figure, diventate poi otto, da formare e inserire in azienda”. Di queste, per essere subito chiari, tre verranno assunte a tempo indeterminato con contratto di apprendistato, altre tre a tempo determinato e per due si vedrà. “Ma la richiesta è così alta che è come se avessero già un posto” commenta Tania Danti, coordinatrice regionale delle filiali Adecco.

“Questo progetto è nato sulle esigenze dell’impresa. Una vera accademia interna. Per i grandi gruppi è un percorso abbastanza consolidato, per gli artigiani è un grande segnale. I piccoli hanno bisogno, noi ci siamo. Questa azienda l’ha capito” prosegue la Danti.

Sono molte le richieste che arrivano dal calzaturiero “ma sono sempre più legate a figure specifiche, da qui l’importanza della selezione iniziale e poi del percorso formativo. Per scegliere le otto che oggi hanno completato il corso lungo 120 ore, ci sono stati quattro mesi di lavoro”. Come spiega infatti la responsabile di Fermo “sono passate per dei test che hanno valutato le competenze trasversali e una serie di colloqui valutativi. Perché in questo caso c’è un doppio investimento: il nostro come Adecco e quello dell’agenzia”.

Ma anche, come sottolineano tutti, delle neo orlatrici stesse che hanno preso parte a 21 giorni intensivi di corso in azienda, senza essere pagate, ma sapendo che stavano aumentando le proprie competenze”. Lo spiega bene Alice di Stefano: “Una professione che mi piace. Non sapevo nulla di scarpe, mi hanno spiegato, ho provato, ho studiato e mi sono esercitata. So che è quello che voglio fare. qui, spero, ma di certo dove serve una orlatrice”.

Dalle sue parole trapela quello che Totò e il socio cercavano: “Noi abbiamo puntato a trasmettere la passione. In 120 ore non sei pronta, ma capisci se è la tua strada. Ora – prosegue l’imprenditore – attraverso il contratto di apprendistato le nuove dipendenti danno che la loro formazione proseguirà insieme con il lavoro per i prossimi tre anni”.

Dal problema all’opportunità. “Spero che altri artigiani lo facciano. Dobbiamo svegliarci, non possiamo sempre aspettare aiuto da fuori. anche se importante come quello che ci dà la regione”. Non a caso sono presenti i tre consiglieri regionali di maggioranza, Putzu, Marcozzi e Marinangeli, insieme con l’ex deputato Mauro Lucentini, e i vertici della Confartigianato, Graziano Di Battista in testa, oltre al presidente della Provincia Michele Ortenzi e all'imprenditore Enrico Ciccola, che sulla questione orlatrici da anni sensibilizza il sistema associativo

L’incontro con l’Adecco è stato vincente, lo ribadiscono tutti. “Noi – riprende la coordinatrice regionale Danti – siamo una soluzione per le imprese, aiutiamo a gestire la flessibilità della professionalità. che è necessaria ma che non deve diventare un timore per l’impresa. Non è un costo l’agenzia, è un investimento perché l’obiettivo è comune: rendere le persone occupabili”.

Tra l’altro, le otto orlatrici dimostrano anche che non è vero che i giovani non vogliono entrare in fabbrica. Certo, non è facile: “Molti di noi – spiega Esra Bakiu – sono in cerca del lavoro leggero che garantisca un alto profitto. Certo, piacerebbe a tutti. Ma quello che troppi giovani come me non capiscono è che qui c’è il futuro. Io ho voluto questo corso e ora voglio lavorare. L’ho fatto perché voglio, non perché conviene”.

Parole migliori per delineare una strategia vincente sarebbe stato difficile trovarle anche per Lorenzo Totò e Federico Franchi, 47 anni il primo, 33 il secondo, nuove generazioni di realtà che da quarant’anni garantiscono qualità. “Il periodo pandemico ci ha fatto aumentare il lavoro, oggi abbiamo ordini anche difficili da rispettare. Temiamo i primi mesi dell’anno, ma non si affrontano con la paura, ma investendo in quello che più ci qualifica: la capacità artigianale. Con questo corso abbiamo iniziato, in futuro vedremo. Anche la scelta di unire le aziende è un segnale, basta parlare di rete, realizziamole davvero” conclude Totò ringraziando l’Adecco, presente con tutte le componenti delle filiali di zona, la Regione, “per quel che farà”, e i formatori, che poi sono stati i dipendenti più esperti.

@raffaelevitali - redazione@laprovinciadifermo.com

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