FERMO – Il collegio dei docenti, al termine di una breve campagna elettorale che ha coinvolto figure interne ed esterne, ha scelto il maestro Piero Di Egidio come nuovo direttore del conservatorio Pergolesi fino al 31 ottobre 2026. “Sarò in servizio dal primo di novembre, con la nomina ministeriale. Sono felice, visto che conoscevo anche Annio Giostra”. Si presenta così, con tanto di tesserino da giornalista pubblicista come a dire ‘comunicheremo sempre di più’ insieme con l’addetta stampa Cristina Mignini che sta dando linfa a una istituzione bisognosa di immagine oltre che di qualità.
Sessant’anni, docente di ruolo da 37 anni, un globetrotter dei conservatori e “una carriera pianistica che terminerà con questo incarico” ribadisce alzandosi da quel piano che stava suonando prima della conferenza di presentazione, tanto per rilassarsi.
È il componente più votato dell’Afam: “Mi ha scelto la comunità accademica nazionale. Posso portare come dote una rete di relazioni sia con altri conservatori, sia con gli uffici ministeriali. Sono a tutti gli effetti un dirigente ministeriale, seppur a titolo gratuito” spiega Di Egidio che a Roma andrà una ventina di giorni all’anno.
“Due giorni al mese, invece, ci sono le conferenze dei direttori, questo mi permetterà anche di confrontarmi con i colleghi per buone pratiche”. Per il resto, risiederà a Fermo per assicurare un impegno h24. “Sono stato accolto in maniera encomiabile, anche se da candidato esterno” prosegue il neo direttore.
RUOLO EXTRATERRITORIALE
Sa che mancano figure, anche amministrative, al conservatorio “e su questo lavorerò immediatamente”. Riconosce al Pergolesi il suo ruolo. “Ha una storia e fa parte di un territorio di grande peso culturale ed economico. Terre fertili e meravigliose. Tra Pesaro, che guarda molto al nord e quello di Pescara che guarda al sud ci sono 231 chilometri. In mezzo ci siamo noi. Una posizione strategica per attrattività. In Veneto e in Puglia ci sono conservatori ogni 50 chilometri, la concorrenza è enorme. Abbiamo spazi di crescita incredibili. E questo dobbiamo fare”.
Il suo obiettivo è “riportare il conservatorio al centro del territorio e della vita accademica. Facendo bene quello che già c’è e aumentando l’offerta”.
INVESTIMENTI
Per poter crescere, servono risorse. Bisogna intercettare i fondi per l’edilizia, ma anche quelli del Pnrr che parlano a dottorati di ricerca, internazionalizzazione e cultura. “Fondi che devono essere volano per altri fondi. Porto una direzione moderna, voglio una conduzione esogena. Il che non significa non guardare all’interno, il mio h24 significa anche uscire. Questo deve fare un direttore, spendendo la propria immagine e reputazione, che ho e sento forte”.
Anche perché l’istituzione si sposa con il suo direttore, anche sul sito del ministero. “Il patto che ho stipulato con il presidente è di onore. Abbiamo chiarito che collaborazione, unità e ricerca di qualità sono la via per crescere”.
IL BENVENUTO DEL PRESIDENTE
Igor Giostra ascolta, lui che è abituato a parlare a lungo: “I rapporti personali sono importanti. Do per scontate professionalità, credibilità e ruolo. Vogliamo chiudere le questioni che non sono legate allo sviluppo”. Manca il passaggio di testimone al Pergolesi, ma Giostra in fin dei conti è stato anche direttore facente funzioni: “Dai lavori dell’aula fiati, che dopo sette anni sono ormai terminati, alla crescita didattica, abbiamo prodotto cd, inserito studenti in orchestre nazionali. Di Egidio – spiega il presidente - tutto questo lo amplierà in prospettive di crescita, non solo numericamente a livello di scritto, vogliamo implementare la visibilità, la conoscenza del Pergolesi proseguendo il lavoro, e lo ringrazio, dell'ex direttore Verzina”.
LA CRESCITA
“Serve la collaborazione di tutti. Con Giostra ci siamo conosciuti da poco, amiamo la stessa musica e c’è sintonia” riprende Di Egidio. Pronto ad affrontare anche i concorsi per inserire nuovi docenti, come da mandato, “molto impegnativo”, del ministero.
“Per crescere, non dico raddoppiare gli alunni, basterebbe aprirsi al pop. Valuteremo le esigenze e le richieste, bisogna scegliere la vocazione. Lo ha fatto Pescara, lo fa in parte Pesaro e lo ha fatto Parma. Aprirsi al pop diventa una scelta di campo. Ma prima penserei a potenziare la fisarmonica, eccellenza del territorio, agli strumenti a fiato e agli ottoni, oltre a quella tradizione bandistica che va intercettata. E poi c’è il mondo corale, magari possiamo ragionare sula produzione dei Carmina Burana”.
GLI STEP
Vorrebbe portare a Fermo uno dei Premi nazionali delle Arti, che va ai migliori studenti dei conservatori. Quello per il pianoforte sarà a Cagliari, per fare un esempio. “Il Conservatorio organizza e partecipano i migliori da tutta Italia. L’obiettivo è esserne parte, diventa un vetrina verso il Ministero”. E poi ci sono i dottorati di ricerca, che partiranno entro Natale.
“Abbiamo 80 docenti, ogni volta che ci sarà, un bando o un progetto a cui partecipare saranno avvisati da me per valutare “possibili legami nazionali e internazionali che possono portare”. Confermato l’accordo per il centro di ricerca con l’università di Macerata e il conservatorio di Pescara, resta da coprire la cattedra di canto, dopo il licenziamento della precedente insegnante entrata nell’inchiesta che ha rivoluzionato in anticipo i vertici del Pergolesi: “Assegneremo una cattedra provvisoria, c’è sempre la possibilità di un ricorso” conclude Di Egidio che ha già la testa proiettata al futuro e al bene del Pergolesi.
Raffaele Vitali