FERMO – Annalisa Cerretani ha ideato il format che porta ogni anno Fermo, e il territorio, a riflettere sul turismo. Dopo la prima edizione di Futurismo, la scelta intelligente dell’assessora comunale è stata quella di aprirsi a contributi esterni. Perché parlare tra amici aiuta, ma non fa crescere. E così, ecco un ospite particolare come Andrea Compagnucci, direttore marketing dell’Arena di Verona, un marchigiano emigrato da tempo.
Ha preso parola dopo aver sentito pronunciare brand una cinquantina di volte: “Siamo riusciti a portare 340 mila spettatori all’opera (parole al miele per Francesco Trasatti che sulla lirica ha creduto facendo di Fermo un riferimento, ndr). Abbiamo costruito da zero un prodotto, rendendo Verona una meta con una storia attorno e una identità chiara. Prima di tutto – ha spiegato - bisogna rendere forte lo storytelling della destinazione, proponendo momenti esclusivi”.
Una volta fatto questo, tutto diventa più facile, incluso il coinvolgimento degli imprenditori magari via art bonus. Le persone hanno voglia di viaggiare, ma soprattutto hanno voglia di vivere i territori coniugando bellezza architettonica a food e magari a un laboratorio. E Fermo in questo, grazie all’artista-artigiano William Timi vicino a piazza o ai ragazzi di TurisMarche in giro per la provincia, parte già avanti.
È evidente che per fare turismo, oltre a infrastrutture come aeroporto, terza corsia e alta velocità, servono strutture ricettive. Inevitabile che a sottolinearlo fosse il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, che su questo tema si gioca molto avendo deciso di vendere la Casina delle rose al privato proprio per rilanciare un albergo che se ben realizzato può diventare da solo un motivo di vacanza in città.
“Va fatto un percorso urbanistico ricettivo non invadente. I giovani hanno voglia di investire nel turismo, noi dobbiamo essere pronti ad accogliere chi ci crede” ha ribadito Calcinaro. Al suo fianco Francesco Acquaroli, che sul turismo crede a tal punto da aver dato vita all’Atim, una società dedita solo a fare delle Marche un brand internazionale. “La sfida per il futuro passa per la promozione sui mercati esteri, la formazione e la digitalizzazione. Ma per crescer bisogna ragionare insieme, cominciando dalla costa adriatica”.
Un messaggio anche a chi pensa di poter avere successo parlando di ‘riviera fermana’ senza però calcolare il costo per veicolare nel mondo un nuovo brand. Entrando nel dettaglio del turismo di Fermo, la Cerretani ha chiesto a Massimiliano Polacco, numero uno della Confcommercio, di fotografare il territorio con i dati.
“Il turista ama la spiaggia, ma se trova colline vicine è ancora più attratto. L’utente medio ha tra i 28 e i 57 anni e alla fine vuole ance cultura. Ecco perché Fermo può essere un riferimento”. In particolare c’è l fascia 28- 41 anni che arriva con il passaparola e che ambisce a escursioni brevi, cosa che la vicinanza delle montagne al mare rende le Marche ideali.
C’è poi il alto economico, con il turista che in media spende in bar, ristoranti, supermercati, prodotti agroalimentari e infine abbigliamento. Insomma, chi viene qua non è che impatta sui negozi, ma gli outlet calzaturieri potrebbero diventare il veicolo. Solo che lo si dice da decenni.
Il food per il Fermano può essere un vero aiuto. Basti pensare che nel giro di pochi chilometri ci sono due ristoranti stellati, Retroscena e L’Arcade, e due pizzerie che dominano la guida del Gambero rosso come Mamma Rosa e Alberto Farina.
Una lunga mattinata, piena di spunti arricchita dai contributi di Andrea Putzu, presidente commissione regionale Turismo, Daniela Tisi, dirigente del settore cultura della regione, Gioia Marcolin dell'Officina del Sole che ha in programma di realizzare una fattoria didattica all’interno della struttura che questa estate ha ospitato anche Gianni Morandi, il senatore Guido Castelli, l’uomo Tipicità Alberto Monachesi e la dottoranda UniMc Giorgia Melchiorri che co il professor Frontoni è pronta a ridisegnare strategie per fare del piccolo qualcosa di grande.