L'iniziativa del Sand Creek si aggiunge a tante altre, piccole e grandi, a riprova che il senso civico sta tornando protagonista.
FERMO – Che almeno questo Coronavirus ci lasci, una volta tornati alla normalità, quel senso di solidarietà che sopito dentro ognuno è improvvisamente esploso. Una specie di primavera del senso civico. A ogni livello.
Ed in questo quadro si inseriscono le donazioni, i gesti improvvisi e non richiesti. La primaria di rianimazione del Murri, Susy Cola, aveva parlato del piccolo alimentari che di sua iniziativa ogni tanto fa trovare dieci panini, dentro un sacchetto, fuori dalla porta del reparto. E così altre attività. Fino ad arrivare alla consegna di ieri sera, quando le borse termiche del Sand Creek, tra i primi locali a decidere di far partire le consegne a domicilio, hanno raggiunto l’ospedale Murri.
All’interno trenta pizze che hanno permesso al personale di Malattie infettive, e non solo, di ricaricare le pile e di farlo in convivialità. Non l’aveva chiesto nessuno. Ma tra una consegna e l’altra, c’è chi chiama anche da Grottazzolina e Torre San Patrizio per mangiare un hamburger o una frittura, il pensiero va a chi lotta senza sosta per far sì che tutto torni normale. "Grazie a voi andrà tutto bene" il messaggio scritto all'interno dei cartoni delle pizze.
Il senso di un dono e di una foto sui social? Semplice, il buon esempio. Virale può diventare la solidarietà. Chi sta dentro i reparti per otto, dieci ore, non ha tempo neppure di andare in bagno, neppure di parlare senza dover urlare. Ma nella pausa, nel cambio turno, trovare quei cartoni di pizza, o il piccolo panino con mortadella, vale come un vietatissimo abbraccio. Oggi Sand Creek, ieri l’alimentari, l’altro ieri la Fermanella e domani chissà, tanti altri.
Lavorare consegnando il cibo non è facile, non è come stare seduti nel locale, non dà né garanzie né guadagni, ma fa sentire vivo chi il posto lo gestisce. Ecco perché #iostoacasa e #iocucinoacasa sono begli slogan, ma anche #ioordinoacasa è un modo per aiutare chi resiste, chi vuole essere ancora aperto quando la normalità tornerà protagonista per strada.
Raffaele Vitali