C’è un presente che è perfetto per chi ama ragionare per categorie. Il rischio, quando si etichetta qualcuno, è che si perda di vista il contorno, quel quid che rende il tutto non classificabile. La luna è lontana, meglio fermarsi al dito, all’accusa, alla ricerca del colpevole che ci alleggerisce la coscienza.
Due esempi. Il primo è politico. In questo periodo elettorale, la diatriba è di nuovo tra partiti e civici. Chi può definirsi davvero apartitico e cosa significa? È una questione di idee e progetti o semplicemente di tessere? Gli ultras delle due parti non hanno dubbi, poi però si dimentica che come le tessere, anche le idee cambiano rapidamente.
Podemos in Regione sta con il centrosinistra, ma il suo leader a Fermo sta con il candidato alternativo. E poi Italia Viva, che in Regione sta con Mangialardi e a Fermo piazza i suoi uomini con chi invece sfida il centrosinistra. Insomma, si guarda all’altro, che a Fermo ingloba candidati, forse ideali, ma non partiti, e si dimentica il proprio orto, che ha i simboli ma alla fine anche la gramigna. Come scegliere allora? Si spera nei programmi, dove essere Pd o Fratelli d’Italia fa davvero la differenza.
Il secondo esempio è sanitario. Il mondo del Coronavirus è sfaccettato. Ci si indigna per un giovane che commette l’errore di uscire di casa prima dell’esito di un tampone, fatto spontaneamente e senza obbligo, ma non si pensa che mille persone si erano ritrovate per fare festa insieme. E questo giorno dopo giorno.
Non si controllano e criticano bar e ristoranti dove le mascherine dovrebbero essere obbligatorie e invece diventano un orpello in stile farfallino e si punta il dito su chi ha scelto una spiaggia sarda o pugliese al posto di quella di Cupra. La colpa dell’altro è sempre superiore alla nostra. E quel ‘vabbè tanto che cambia’ che ci fa alzare da tavola senza coprirci naso e bocca diventa il modus vivendi.
È tutta questione di rispetto, non tanto delle regole, quanto dell’intelligenza che dovrebbe caratterizzare l’uomo, rispetto all’animale. Ma quando a vincere è l’istinto, la differenza scompare, come la coerenza in politica, e l’io prende il sopravvento, cancellando norme, comportamenti e buonsenso. Del resto, la luna è lontana.
direttore www.laprovinciadifermo.com - presidente Unci Marche @raffaelevitali