di Raffaele VItali
MONTEGRANARO - Le prime tre regioni italiane per export in Turchia sono Lombardia, Veneto e Marche che coprono il 64% del totale. Questo dato deve dare fiducia e forza al distretto calzaturiero fermano che, grazie ad Assocalzaturifici, continuerà a essere protagonista nel mondo. Intanto in Turchia, dal 31 marzo al 3 aprile, sbarca una collettiva di aziende italiane. Non tante, sono 14, ma bene rappresentative del made in Italy.
"La Turchia è sì un grande produttore, ma costituisce anche un mercato dalle grandi potenzialità – dichiara Siro Badon, presidente Assocalzaturifici – A livello mondiale, è il 6° produttore di calzature in quantità, con 535 milioni di paia nel 2019, ed il 6° per export con 275 milioni di paia, ma la produzione locale si colloca su una fascia di mercato decisamente diversa da quella degli operatori italiani”.
E infatti i calzaturieri hanno esportato nel 2020 760.242 paia di scarpe, con un calo del -9,1%, una flessione meno grave di molti altri mercati, pari a un valore di 42,08 milioni di euro (-14,3%), con un prezzo medio per calzatura di 55,35 euro (-5,7%).
Nonostante la difficile situazione economica in cui versa attualmente, “la Turchia è un mercato da tenere in considerazione per le produzioni di qualità medio alta del nostro calzaturiero ed è raggiungibile anche in tempi di emergenza pandemica in sostanziale sicurezza. Per questo continuiamo, in Turchia e in altri importanti mercati, a supportare le nostre imprese nell'internazionalizzazione aiutandole nella partecipazione alle fiere estere che tuttora rappresentano una grande opportunità per entrare in contatto con gli operatori locali e ampliare le possibilità di business".
Nel mentre prosegue il Micam Milano Digital Show, una decina le aziende fermane che stanno partecipando, eventi b2b online e presidi sui principali mercati di esportazione. “La Turchia, a differenza di tanti altri Paesi dell'area euro-asiatica, ha mantenuto aperti i propri confini agli ingressi per affari da e per alcuni mercati strategici come Russia, Paesi del Caucaso, Asia Centrale. La creazione di questi corridoi verdi rappresenta in questo momento una soluzione interessante per tornare a incontrare la clientela con cui non è possibile interloquire in presenza in Italia o nei paesi d'origine”.
Aymod è un hub regionale con un bacino di influenza sul Medio Oriente e un canale privilegiato per la Russia. “Un Paese giovane, dinamico, che ha voglia di mantenere un ruolo importante all'interno della filiera moda-calzature. È nostro dovere cercare di aiutare le nostre aziende a raggiungere e trovare nuovi clienti. In questo momento più che mai dobbiamo sostenere il Made in Italy, unico driver per la ripresa post pandemia".
@raffaelevitali