Il papa rock, l’argentino più amato dopo Maradona e Manu Ginobili, ha regalato a tutti, perfino a chi non lo ammira ma non può fare a meno di ascoltarlo, una frase da ricordare ogni giorno: “La speranza ha bisogno di pazienza, se tu speri non sarai mai deluso”.
C’è un piccolo difetto in queste parole: sono rivolte al singolo. La speranza, oggi, deve essere collettiva e foriera di impegno comune per andare 'verso qualcosa di meglio'.
Ha diritto di sperare l’imprenditore in un 2021 di rilancio, ha diritto e il dovere di lavorare per dare una possibilità ai suoi dipendenti. Risorse, progetti e chissà che il 2021 non sia l’anno della rete anche dove non arrivano decreti e sgravi, vedi sud delle Marche.
Ha diritto il cittadino, che in questi giorni è alle prese con obblighi e limitazioni. Il vaccino è una speranza concreta, allarmante è il fatto che molti non lo farebbero e preferirebbero continuare a rischiare. Dimenticando che purtroppo si può essere portatori sani di malattia e morte. Ecco che il diritto alla speranza diventa un dovere civile. La prima prova, lo screening di massa regionale, non fa ben sperare: 60mila cittadini dei 5 capoluoghi sui 300 mila previsti, chi meglio chi peggio, sta di fatto che a Fermo sono andati in 9mila sui 22mila potenziali e i 16mila attesi.
Hanno diritto di sperare medici, infermieri e Oss che da mesi vivono in un mondo parallelo fatto di tute, maschere e distanziamento anche dai propri cari. Ogni cittadino è un pezzo della loro speranza, fatta salute e libertà. Quella che tutti vogliamo e chiediamo, dimenticando che poi c’è qualcuno che quel diritto lo ha messo in un cassetto da tempo per tutelarci.
Speranza è impegno, altrimenti sarebbe sogno e attesa. Quindi, mascherina in faccia, igienizzante e pedalare ricordandosi che perfino Leopardi, il vate ottimista delle Marche, lo aveva capito: “La vita e l'assoluta mancanza d'illusione, e quindi di speranza, sono cose contraddittorie”.
*direttore www.laprovinciadifermo.com - @raffaelevitali