di Francesca Pasquali
FERMO - Di necessità, virtù. C’è voluta la pandemia per “svecchiare” le aziende marchigiane. Soprattutto, quelle piccole e piccolissime, tanto legate al faccia a faccia. Ma il Covid ci obbliga a stare lontani e, per sopravvivere, le aziende si attrezzano. Per farsi conoscere, e per vendere, ricorrono alla tecnologia. Che per loro significa digitale.
In un anno, il numero delle piccole e micro ricorse a internet per comunicare è triplicato, passando dal 10 al 30%. Quelle che hanno cominciato a usare strumenti di messaggistica e videoconferenze sono diventate il 40% (prima erano il 17%). Quelle che adesso vendono online sono il 15% (prima l’8%).
Dati forniti stamattina alla presentazione dell’open week del Digital Innovation Hub (Dih) Marche, in programma dal 29 gennaio al 6 febbraio. «La pandemia – ha spiegato il presidente del Dih e di Confartigianato Imprese Marche, Giuseppe Mazzarella – ha portato numeri che non ci aspettavamo. Prima, l’approccio era soprattutto fisico. L’emergenza sanitaria ha fatto capire l’importanza della digitalizzazione».
Che, però, non può essere calata dall’alto, soprattutto se si ha a che fare con realtà molto piccole. Deve essere tarata caso per caso. Da qui, l’hub, realizzato assieme alla Claai (Confederazione libere associazioni artigiane italiane): un contenitore, fisico e non solo, per raccogliere idee e progetti, studiare soluzioni e provare a rendere le imprese marchigiane più competitive.
«L’emergenza sanitaria – ha spiegato Andrea Dini – ha dato un’accelerazione fortissima a questa esigenza». Dati alla mano, il coordinatore dell’hub e presidente di Confartigianato Ict ha ricordato che, l’anno scorso, il 58% delle imprese italiane tra i 3 e i 49 dipendenti usava servizi in “cloud”. Percentuale che, nelle Marche, ha toccato quota 63%, rispetto al 18% di due anni prima.
«Qualsiasi novità introdotta – ha aggiunto Dini – deve essere consapevole. Lo scopo principale dell’hub è far capire alle imprese come trasformarsi». Lo si farà con una settimana di seminari online, dal 29 gennaio al 6 febbraio. Tra i temi che saranno trattati, Piano nazionale transizione 4.0, e-commerce, web marketing, «nuovi strumenti per fare fiere virtuali sempre più simili a quelle reali», analisi dei dati, green economy, intelligenza artificiale e cybersicurezza, startup innovative e digital manufacturing. Informarsi per decidere meglio e destreggiarsi nel groviglio di opportunità che oggi le imprese si trovano davanti.
«Quando, nel 2013, abbiamo cominciato a trattare i temi dell’innovazione tecnologica – ha spiegato il referente per il Dih di Confartigianato Imprese Macerata - Ascoli - Fermo, Giuseppe Ripani – si parlava delle opportunità che il digitale avrebbe potuto portare alle nostre imprese. Oggi non è più un’opportunità, ma una necessità». Soprattutto per le tante imprese del Fermano già fiaccate dalla crisi, alle quali il Covid sta dando il colpo di grazia.
«La meccanica – ha proseguito Ripani – ha meno risentito degli effetti della pandemia, mentre l’agroalimentare e, soprattutto, il settore moda, storicamente imprese internazionalizzate, sono in forte difficoltà. Ma il rincorrere affannoso e il fai da te non sempre portano efficaci risultati. Il panorama di offerte è ampissimo e scegliere non facile. Non c’è un digitale uguale per tutti. Le soluzioni vanno trovate in base a dimensioni e obiettivi, ma serve che il digitale sia per tutti e che porti risultati».